Medio Oriente 2025

Ultimo aggiornamento: 31-01-2025

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Racconto di Scenario

31 dicembre 2025 – La regione mediorientale chiude l’anno con un misurato sospiro di sollievo, ma permane la sensazione che l’equilibrio sia tutto fuorché solido. Dopo la caduta del regime di Assad nel dicembre 2024, la Siria ha vissuto mesi di caos e incertezza. Nonostante l’ascesa di Al-Sharaa alla guida di un nuovo governo provvisorio, le sfide per la ricostruzione sono state enormi, e a giugno lo stesso Al-Sharaa ha partecipato a un vertice ufficiale in Turchia, passo simbolico di riconoscimento internazionale, benché la normalizzazione rimanga a macchia di leopardo: solo l’Italia e un altro paese NATO hanno riaperto la propria ambasciata a Damasco entro aprile.

Nel frattempo, sul fronte egiziano, l’equilibrio interno non è stato stravolto: Abdel-Fatah Al-Sisi è ancora presidente e ha rafforzato ulteriormente il suo controllo, nonostante il perdurare di criticità economiche. L’Egitto ha dovuto affrontare l’inflazione in crescita e il peso di un debito pubblico elevato, ma nessuna crisi politica esplosiva si è materializzata, anche perché, per il momento, non si è registrato il blocco del 90% delle esportazioni di petrolio libico, scenario temuto ma sventato. Sul versante saudita, Re Salman è tuttora in vita, e Mohammed Bin Salman non è salito al trono, smentendo le voci di una sua ascesa entro giugno. L’Arabia Saudita rimane comunque un pilastro economico dell’area, trainando la ripresa di alcuni paesi del Golfo grazie all’aumento della produzione petrolifera.

In Turchia, il presidente Erdoğan non ha annunciato alcun accordo di pace con la leadership del PKK, nonostante sporadici tentativi di mediazione internazionale. Le ostilità a bassa intensità nel sud-est anatolico restano una preoccupazione costante. Parallelamente, la caduta di Assad ha aperto spazi d’influenza in Siria, dove Ankara sostiene gruppi locali e gestisce i delicati rapporti con l’amministrazione Al-Sharaa. Si è vociferato di contatti con formazioni jihadiste come HTS (Hayat Tahrir al-Sham), ma nessuna intesa formale è stata ammessa pubblicamente.

Sul versante israelo-palestinese, la prima metà dell’anno era iniziata con un fragile cessate il fuoco a Gaza, ma non ha portato i progressi sperati. Non è stato raggiunto alcun accordo per nuove elezioni dentro i Territori palestinesi, e le Nazioni Unite non hanno registrato un miglioramento sostanziale delle condizioni di sicurezza alimentare per la popolazione di Gaza. Tuttavia, la leadership di Hamas ha subìto un cambio interno annunciato a maggio, con un nuovo vertice che si è progressivamente affermato, sebbene senza significativi segnali di svolta politica.

In Israele, il premier Benjamin Netanyahu è rimasto in carica, incontrando la nuova amministrazione Trump – insediatasi a Washington lo scorso gennaio – per discutere la crescente tensione con l’Iran. Nonostante i ritmi di arricchimento dell’uranio a Teheran abbiano continuato a preoccupare i vicini, l’Iran non ha annunciato di aver raggiunto il livello di arricchimento necessario all’assemblaggio di un’arma nucleare, sventando l’ipotesi di un’escalation immediata. L’equilibrio, però, si regge su dichiarazioni aggressive da ambo le parti: il timore di un conflitto aperto è riaffiorato più volte, anche a causa della retorica della “massima pressione” promossa dalla nuova Casa Bianca.

Sullo sfondo, il Mar Rosso rimane un’area di instabilità diffusa, sebbene non si sia verificato un incremento drastico degli attacchi Houthi contro navi commerciali estranee al conflitto israelo-palestinese. Le rotte restano sorvegliate a vista dalle forze internazionali, nel tentativo di non aggravare ulteriormente la già precaria situazione economica dell’area. L’Egitto, dal canto suo, conferma la centralità del Canale di Suez nel traffico marittimo globale, benché i costi di finanziamento del debito sovrano siano cresciuti in maniera preoccupante.

A fine 2025, il Medio Oriente resta dunque in bilico, tra segnali di ripresa economica – concentrati nei paesi del Golfo – e nuove linee di faglia geopolitica. La caduta del regime di Assad ha fatto implodere l’asse di resistenza iraniano, ma ha contemporaneamente offerto a Turchia e Israele l’opportunità di espandere le proprie sfere d’influenza. Nella complessità di questa scacchiera, l’assenza di un conflitto su larga scala appare un traguardo momentaneo, non una garanzia di stabilità futura. L’incertezza regna sovrana, e la speranza è che, con l’incedere del 2026, si aprano spiragli di negoziato più ampi rispetto al labirinto di tensioni che caratterizza tuttora la regione.

La Wisdom of the Crowd di Fantaforecasting.it

Abdel-Fatah Al-Sisi sarà ancora presidente dell'Egitto il 30 giugno 2025?

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Previsioni al 2025-06-30:
  • 80%
  • No 19%
Il blocco di almeno il 90 percento delle esportazioni di petrolio libico verrà annunciato entro il 1 maggio 2025?

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Previsioni al 2025-05-01:
  • 22%
  • No 77%
Entro il 30 giugno Mohammed Bin Salman ascenderà ufficialmente al trono dell’Arabia Saudita?

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Previsioni al 2025-06-30:
  • Sì, in seguito alla morte del padre 17%
  • Sì, in seguito all'abdicazione del padre 12%
  • No 70%
Entro il 1 maggio il governo turco annuncerà di aver raggiunto un accordo di pace con la leadership del PKK?

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Previsioni al 2025-05-01:
  • Sì, l'accordo includerà il rilascio di Öcalan 12%
  • Sì, ma Öcalanrimane in carcere 19%
  • No 68%
Entro il 30 giugno il leader siriano Al-Sharaa parteciperà a un summit ufficiale all’estero come rappresentato del governo siriano?

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Previsioni al 2025-06-30:
  • Sì, in un paese arabo 30%
  • Sì, in Turchia 33%
  • Sì, in un altro paese 20%
  • No 15%
Sarà raggiunto entro il 30 giugno un accordo per indire nuove elezioni politiche nei Territori palestinese, compresa la Striscia di Gaza?

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Previsioni al 2025-06-30:
  • 21%
  • No 79%
Le Nazioni Unite registreranno un significativo miglioramento delle condizioni di sicurezza alimentare (fine del rischio di carestia) nella Striscia di Gaza entro il 30 maggio 2025?

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Previsioni al 2025-05-30:
  • 27%
  • No 73%
Entro l’1 aprile quanti altri paesi NATO, oltre all’Italia, avranno riaperto la propria ambasciata in Siria?

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Previsioni al 2025-04-01:
  • Uno 36%
  • Due 12%
  • Più di due 18%
  • Nessuno 34%
Entro l’1 febbraio l’Iran avrà annunciano di aver raggiunto il livello di arricchimento di uranio necessario per assemblare un ordigno nucleare?

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Previsioni al 2025-02-01:
  • 15%
  • No 84%
Sarà annunciato un nuovo cambio al vertice della leadership di Hamas entro il 30 maggio 2025?

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Previsioni al 2025-05-30:
  • 77%
  • No 22%
Entro l’1 maggio il premier israeliano Benjamin Netanyahu sarà ancora in carica?

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Previsioni al 2025-05-01:
  • 68%
  • No 32%

Medio Oriente in Bilico: Fragilità Economica e Nuove Linee di Faglia Geopolitica

Sommario Esecutivo

Lo scenario "Medio Oriente in Bilico: Fragilità Economica e Nuove Linee di Faglia Geopolitica" dipinge un 2025 per la regione mediorientale caratterizzato da una ripresa economica incerta, minata da persistenti vulnerabilità strutturali e da un panorama geopolitico in rapida ridefinizione. La caduta del regime di Assad in Siria nel dicembre 2024 ha innescato una reazione a catena, indebolendo l'asse di resistenza iraniano e aprendo nuovi spazi di competizione tra Turchia e Israele. Il conflitto israelo-palestinese, pur in una fase di cessate il fuoco a Gaza, rimane una ferita aperta, mentre le tensioni tra Israele e Iran si acuiscono, alimentate dal programma nucleare iraniano e da una rinnovata assertività israeliana. La regione si trova quindi sospesa tra una fragile ripresa economica, trainata dai paesi del Golfo, e il rischio di nuove escalation conflittuali, con linee di faglia geopolitiche che si spostano e si intensificano.

La narrazione centrale dello scenario ruota attorno alla fragilità dell'equilibrio regionale, analizzata attraverso la lente dell'entropia geopolitica. L'elevata entropia, alimentata dalla molteplicità di attori, dalla complessità delle interazioni e dall'incertezza informativa, rende il sistema altamente instabile e imprevedibile. La politica estera "America First" dell'amministrazione Trump, insediatasi nel gennaio 2025, introduce un ulteriore elemento di discontinuità, con potenziali impatti destabilizzanti sugli equilibri regionali e sulle strategie degli attori.

Le principali incertezze che plasmeranno il Medio Oriente nel 2025 riguardano la traiettoria del programma nucleare iraniano, la stabilizzazione (o ulteriore frammentazione) della Siria post-Assad, la sostenibilità del cessate il fuoco a Gaza e l'evoluzione delle tensioni nel Mar Rosso. Questi fattori, interagendo in modo complesso e non lineare, determineranno se la regione riuscirà a navigare questa fase di transizione senza precipitare in conflitti più ampi o se nuove crisi sistemiche emergeranno.

Le intuizioni aggregate dalla saggezza della folla, riflesse nelle proiezioni economiche e nelle analisi di rischio geopolitico, indicano una crescita economica moderata ma fragile, accompagnata da persistenti rischi di instabilità politica e conflitti regionali. Questo suggerisce che lo scenario più probabile è quello di un "equilibrio in bilico", caratterizzato da una gestione continua delle crisi e da una competizione strategica latente, piuttosto che una stabilizzazione duratura o un'escalation generalizzata.

Indicatori strategici fondamentali da monitorare nel corso del 2025 includono: "Aumento della retorica iraniana sulla deterrenza nucleare che porta a un cambiamento nella dottrina militare israeliana", "Accordi di cooperazione in materia di sicurezza tra Turchia e HTS che portano a un aumento della capacità militare di HTS nel nord della Siria", "Aumento significativo degli attacchi Houthi contro navi commerciali non legate a Israele nel Mar Rosso", "Incremento dei prezzi dei titoli di stato egiziani a causa di un peggioramento delle prospettive economiche". Questi segnali, se osservati, indicherebbero un deterioramento della stabilità regionale e un aumento del rischio di escalation e crisi economiche.

Narrazione dello Scenario

Il 2025 si apre in Medio Oriente con una sensazione di calma apparente, una quiete precaria che cela tensioni profonde e linee di faglia pronte a riattivarsi. Il cessate il fuoco a Gaza, faticosamente negoziato a gennaio, ha posto fine alla fase più acuta del conflitto con Hamas, ma non ha risolto le questioni di fondo né dissipato l'incertezza sul futuro dei territori palestinesi. La caduta del regime di Assad in Siria, avvenuta a dicembre 2024, continua a riverberare i suoi effetti, creando un vuoto di potere che attira attori regionali e internazionali in una complessa partita a scacchi per l'influenza. Le relazioni tra Israele e Iran rimangono al centro della scena, caratterizzate da una diffidenza reciproca radicata e da una competizione strategica che si estende su più fronti, dal programma nucleare iraniano alla presenza di proxy regionali.

La ripresa economica, pur prevista dalle istituzioni internazionali, si rivela più lenta e incerta del previsto. I paesi del Golfo, trainati dall'aumento della produzione petrolifera e dagli investimenti in diversificazione, mostrano una crescita più robusta, ma le economie di altri paesi della regione, come Egitto, Libano e Giordania, faticano a riprendersi, gravate da debiti elevati, inflazione persistente e instabilità politica. La disoccupazione giovanile rimane una sfida endemica, alimentando il malcontento sociale e la potenziale instabilità politica.

Integrazione delle Analisi Precedenti:

L'analisi multidimensionale del Medio Oriente nel 2025, integrando diverse prospettive analitiche, converge nel delineare uno scenario di fragilità e incertezza.

  • Entropy Analysis: L'elevata entropia del sistema mediorientale è un fattore strutturale che permea ogni aspetto della regione. La molteplicità di attori, statali e non statali, con agende spesso inconciliabili, la complessità delle interazioni e la scarsità di informazioni affidabili contribuiscono a un ambiente intrinsecamente disordinato e imprevedibile. La caduta del regime di Assad ha rappresentato un aumento significativo dell'entropia, destabilizzando ulteriormente un sistema già fragile. La gestione dell'entropia, piuttosto che la sua riduzione, diventa la sfida principale per gli attori regionali e internazionali.

  • Complexity Analysis: Il Medio Oriente nel 2025 si conferma come un sistema complesso, caratterizzato da interdipendenze non lineari e feedback loops. La rete di relazioni tra attori è densa e dinamica, con effetti a cascata che si propagano rapidamente attraverso la regione. La modularità del sistema, con sottosistemi interconnessi (conflitto israelo-palestinese, Siria, Golfo Persico, Mar Rosso), non garantisce isolamento, ma anzi facilita la trasmissione di shock e instabilità. La non-linearità rende le previsioni lineari inadeguate e sottolinea l'importanza di approcci analitici basati sulla comprensione delle dinamiche sistemiche e sulla gestione della complessità.

  • Timeline Analysis: La prospettiva storica evidenzia la persistenza di pattern di instabilità e conflitto nel Medio Oriente. Gli eventi del passato, dalla Seconda Intifada alla Primavera Araba, hanno lasciato un'eredità di divisioni e tensioni che continuano a plasmare il presente. La caduta di Assad e il cessate il fuoco a Gaza rappresentano nuovi punti di inflessione in questa lunga timeline, ma non segnano una rottura definitiva con il passato. La path dependence del sistema mediorientale rende il futuro fortemente vincolato dalla sua storia, con cicli di violenza e de-escalation che tendono a ripetersi.

  • Actor Mapping: L'analisi degli attori chiave rivela un panorama multipolare e competitivo. Israele, Iran e Turchia emergono come potenze regionali con agende assertive e capacità militari significative. Gli Stati Uniti, pur rimanendo un attore esterno di primaria importanza, mostrano segnali di disimpegno selettivo, mentre la Russia cerca di consolidare la sua influenza, sfruttando i vuoti di potere e le divisioni regionali. Attori non statali come Hamas, HTS e Houthis continuano a esercitare un'influenza destabilizzante, complicando ulteriormente le dinamiche regionali. La mappa delle relazioni evidenzia una rete complessa di alleanze fluide, rivalità profonde e interdipendenze strategiche.

  • Uso della Saggezza della Folla: Le notizie recenti e le analisi degli esperti, interpretate come "saggezza della folla", convergono nel delineare un quadro di fragilità economica e persistente instabilità geopolitica per il Medio Oriente nel 2025. Le proiezioni economiche indicano una ripresa moderata ma vulnerabile, mentre le analisi di rischio geopolitico evidenziano la persistenza di tensioni e conflitti, con il rischio di nuove escalation. Questa "saggezza distribuita" suggerisce che lo scenario più probabile è quello di un "equilibrio in bilico", caratterizzato da una gestione continua delle crisi e da una competizione strategica latente, piuttosto che una stabilizzazione duratura o un'escalation generalizzata.

Enfasi sui Punti di Decisione e le Interazioni:

Il 2025 si presenta come un anno di decisioni cruciali per il Medio Oriente. La politica della nuova amministrazione Trump verso l'Iran e la regione sarà un fattore determinante. Un ritorno alla "massima pressione" potrebbe spingere l'Iran verso una maggiore assertività nucleare e regionale, aumentando il rischio di conflitto. Al contrario, un approccio più pragmatico e orientato al dialogo, seppur improbabile, potrebbe aprire spazi per la de-escalation, ma incontrerebbe forti resistenze interne e regionali.

La situazione in Siria post-Assad rappresenta un altro punto decisionale critico. La competizione tra Turchia e Israele per l'influenza, la frammentazione territoriale e la presenza di gruppi jihadisti come HTS creano un contesto altamente volatile. Le decisioni che verranno prese dai principali attori regionali e internazionali riguardo alla Siria determineranno se il paese riuscirà a imboccare un percorso di stabilizzazione o se precipiterà in una nuova fase di conflitto e frammentazione.

Il cessate il fuoco a Gaza è un equilibrio precario che richiede decisioni continue per essere mantenuto. La gestione della situazione umanitaria, i negoziati per le fasi successive del cessate il fuoco e la ricerca di una soluzione politica a lungo termine rappresentano punti decisionali cruciali per evitare una nuova escalation del conflitto israelo-palestinese. Il fallimento di questi sforzi potrebbe riaccendere la violenza e destabilizzare ulteriormente la regione.

Nel Mar Rosso, le attività degli Houthi pongono un punto decisionale per la sicurezza marittima e il commercio globale. La risposta militare internazionale, guidata da Stati Uniti e Regno Unito, dovrà essere calibrata attentamente per evitare un'escalation più ampia e per garantire la libertà di navigazione senza alimentare ulteriormente il conflitto yemenita e le tensioni regionali. Le decisioni prese in questo contesto avranno implicazioni significative per la sicurezza regionale e globale.

Le interazioni strategiche tra Israele e Iran, analizzate attraverso la teoria dei giochi, continuano a definire le dinamiche regionali. L'assenza di un equilibrio di Nash puro evidenzia la natura intrinsecamente instabile e competitiva delle loro relazioni. Entrambi gli attori si trovano di fronte a scelte strategiche complesse, oscillando tra posture assertive e tentativi di de-escalation. Le decisioni che prenderanno nel corso del 2025 determineranno se la regione riuscirà a mantenere un fragile equilibrio di bassa intensità conflittuale o se precipiterà verso un'escalation incontrollata.

Analisi Tematiche

A. Analisi Politica

Il panorama politico del Medio Oriente nel 2025 è caratterizzato da una crescente fluidità e da nuove linee di faglia che si sovrappongono a quelle tradizionali. La caduta del regime di Assad ha alterato gli equilibri di potere, indebolendo l'asse di resistenza iraniano e creando nuove opportunità per Turchia e Israele di proiettare la propria influenza in Siria. La governance della Siria post-Assad rimane un problema irrisolto, con HTS che consolida il potere nel nord-ovest, ma senza una prospettiva chiara di unità nazionale e stabilità politica. La competizione per l'influenza in Siria tra Turchia e Israele, in particolare, rappresenta un punto di potenziale instabilità e conflitto.

La stabilità politica interna di diversi paesi della regione rimane precaria. L'Egitto, pur mantenendo una relativa stabilità sotto la guida di al-Sisi, continua a fronteggiare sfide economiche significative e un malcontento sociale latente. Il Libano è paralizzato da una crisi politica ed economica senza precedenti, con il rischio di un collasso statale e di un aumento dell'instabilità sociale. La Giordania, pur essendo un partner stabile per l'Occidente, è vulnerabile alle ricadute dell'instabilità regionale e alle pressioni economiche.

Le relazioni internazionali sono caratterizzate da una crescente polarizzazione e da un indebolimento delle istituzioni multilaterali. L'asse Israele-USA-Stati del Golfo si consolida in funzione anti-iraniana, mentre Russia e Iran mantengono una cooperazione opportunistica, soprattutto in Siria e nel Mar Rosso. La Turchia, con la sua politica estera assertiva e ambivalente, si muove in modo autonomo, cercando di massimizzare la propria influenza regionale e di bilanciare le relazioni con diversi attori globali. La diplomazia internazionale è frammentata e spesso inefficace, con una crescente tendenza al bilateralismo e alla formazione di coalizioni ad hoc per affrontare crisi specifiche. Un punto di decisione politico cruciale è rappresentato dalla politica della nuova amministrazione Trump, con il rischio di un ritorno a politiche unilaterali e di "massima pressione" che potrebbero destabilizzare ulteriormente la regione.

B. Analisi Economica

L'economia del Medio Oriente nel 2025 si trova a un bivio. Le proiezioni indicano una ripresa moderata, trainata principalmente dai paesi del Golfo grazie all'aumento della produzione petrolifera e agli sforzi di diversificazione economica. Tuttavia, questa ripresa è fragile e disomogenea, con forti disparità regionali e persistenti vulnerabilità strutturali. L'inflazione, pur prevista in lieve aumento, rimane un problema significativo in diversi paesi, erodendo il potere d'acquisto e alimentando potenziali tensioni sociali. La dipendenza dal petrolio continua a rappresentare una vulnerabilità strutturale per molte economie regionali, rendendole suscettibili alle fluttuazioni dei prezzi e alla transizione energetica globale.

La crescita economica non inclusiva rischia di esacerbare le disuguaglianze socio-economiche e alimentare il malcontento sociale, soprattutto tra i giovani, che continuano a soffrire di alti tassi di disoccupazione. L'alto debito pubblico, soprattutto nei paesi importatori di petrolio, rappresenta un freno alla crescita e un fattore di vulnerabilità, limitando la capacità dei governi di investire in infrastrutture e servizi pubblici. L'instabilità geopolitica continua a sopprimere la crescita economica nella regione, creando incertezza per gli investimenti esteri e il commercio, e ostacolando lo sviluppo di settori non petroliferi.

Settori critici includono l'energia (petrolio e gas), che rimane il motore principale di molte economie regionali, il turismo, ancora in fase di ripresa dopo la pandemia e vulnerabile all'instabilità, la finanza, con un ruolo crescente dei fondi sovrani, e la tecnologia, con investimenti crescenti in digitalizzazione e innovazione, soprattutto nei paesi del Golfo. La diversificazione economica, promossa soprattutto dai paesi del Golfo, rappresenta una strategia chiave per aumentare la resilienza economica, ma i progressi sono lenti e disomogenei, e richiedono riforme strutturali profonde e investimenti massicci.

C. Analisi della Sicurezza

Il contesto di sicurezza del Medio Oriente nel 2025 rimane altamente volatile e complesso. Il conflitto israelo-palestinese, pur in fase di cessate il fuoco a Gaza, continua a rappresentare una fonte di instabilità e un potenziale detonatore per nuove escalation. Le tensioni tra Israele e Iran si acuiscono, con il rischio di scontri diretti o per procura che potrebbe innescare una guerra regionale. La Siria post-Assad rimane un teatro di competizione regionale e un focolaio di instabilità, con la presenza di gruppi jihadisti come HTS che rappresenta una minaccia persistente per la sicurezza regionale e internazionale. Il conflitto in Yemen continua a destabilizzare la regione e a minacciare la sicurezza marittima nel Mar Rosso, con un potenziale coinvolgimento di attori esterni.

Il terrorismo rimane una minaccia diffusa e in evoluzione, con gruppi jihadisti che si adattano al mutato contesto geopolitico e sfruttano le vulnerabilità regionali. I disordini civili, alimentati da disuguaglianze economiche, repressione politica e frustrazione sociale, rappresentano un rischio latente in diversi paesi della regione, con il potenziale di degenerare in proteste di massa e conflitti interni. Le implicazioni geopolitiche sono profonde: la competizione tra potenze regionali e internazionali per l'influenza, la proliferazione di armamenti, l'erosione del diritto internazionale e la crescente incertezza strategica contribuiscono a un ambiente di sicurezza altamente instabile e imprevedibile. La sicurezza marittima nel Mar Rosso, in particolare, emerge come un punto critico, con le attività degli Houthi che minacciano le rotte commerciali globali e aumentano il rischio di escalation militare.

Implicazioni e Principali Incertezze

Le implicazioni dello scenario "Medio Oriente in Bilico: Fragilità Economica e Nuove Linee di Faglia Geopolitica" sono rilevanti per diversi attori, richiedendo strategie di adattamento e gestione del rischio:

  • Governi regionali: Dovranno navigare in un contesto di alta incertezza e fragilità economica, gestendo le tensioni interne ed esterne con cautela e pragmatismo. La priorità sarà mantenere la stabilità interna, diversificare le economie per ridurre la dipendenza dal petrolio e gestire le tensioni regionali attraverso la diplomazia e la deterrenza. La cooperazione regionale, seppur difficile, diventa essenziale per affrontare sfide comuni come la sicurezza marittima, la gestione delle risorse idriche e l'adattamento al cambiamento climatico.

  • Imprese: Dovranno operare in un ambiente volatile e imprevedibile, valutando attentamente i rischi geopolitici ed economici prima di prendere decisioni di investimento e operatività. La diversificazione geografica e settoriale, la resilienza delle catene di approvvigionamento e la capacità di adattamento rapido ai cambiamenti saranno fattori chiave di successo. Opportunità potrebbero emergere nei settori della tecnologia, delle energie rinnovabili, della sicurezza e della gestione del rischio, ma richiederanno una profonda conoscenza del contesto locale e una gestione attenta delle complessità geopolitiche.

  • Società: La popolazione civile continuerà a subire le conseguenze dell'instabilità e della fragilità economica, con rischi di sfollamento, crisi umanitarie, peggioramento delle condizioni di vita e limitazione delle libertà civili. La società civile e i media indipendenti avranno un ruolo cruciale nel promuovere il dialogo, nel monitorare le violazioni dei diritti umani, nel chiedere accountability ai governi e nel costruire resilienza comunitaria di fronte alle crisi.

Le principali incertezze che potrebbero influenzare significativamente l'evoluzione dello scenario includono:

  • Politica USA verso l'Iran: Un cambio di rotta verso la diplomazia o un'escalation della "massima pressione" da parte dell'amministrazione Trump altererebbe drasticamente le dinamiche regionali, con conseguenze profonde sulla stabilità e sulla sicurezza.
  • Traiettoria del programma nucleare iraniano: La decisione di Teheran di accelerare o rallentare il programma nucleare, o di compiere passi decisivi verso la capacità di assemblaggio di armi nucleari, avrà un impatto diretto sulle tensioni con Israele e sulla stabilità regionale, aumentando il rischio di conflitto.
  • Stabilizzazione (o ulteriore frammentazione) della Siria post-Assad: La capacità di HTS di consolidare il potere e di avviare un processo di state-building, o il rischio di una nuova guerra civile tra diverse fazioni e attori esterni, determineranno il futuro della Siria e la sua influenza sulla regione, con implicazioni per la sicurezza dei paesi limitrofi e per la lotta al terrorismo.
  • Sostenibilità del cessate il fuoco a Gaza: La capacità di mantenere il cessate il fuoco a Gaza e di avviare negoziati per una soluzione politica duratura, o il rischio di una nuova escalation del conflitto israelo-palestinese, avranno un impatto significativo sulla stabilità regionale e sulla percezione della regione a livello internazionale.
  • Evoluzione delle tensioni nel Mar Rosso: La capacità di contenere le attività degli Houthi nel Mar Rosso e di garantire la sicurezza marittima, o il rischio di un'escalation militare più ampia e di un coinvolgimento di attori esterni, determineranno la stabilità delle rotte commerciali globali e la sicurezza regionale.

Potenziali percorsi di divergenza basati su variazioni nei driver chiave e nelle assunzioni includono:

  • Scenario di Crisi Economica Regionale ("Collasso"): Se la ripresa economica si arrestasse bruscamente a causa di shock esterni (calo del prezzo del petrolio, crisi finanziaria globale) o interni (instabilità politica, conflitti), la regione potrebbe precipitare in una crisi economica generalizzata, con conseguenze devastanti in termini di instabilità sociale, conflitti interni e flussi migratori.
  • Scenario di Nuova Guerra Regionale ("Escalation"): Se le tensioni tra Israele e Iran sfociassero in un conflitto aperto e diretto, o se una crisi in Siria o nel Mar Rosso innescasse un'escalation incontrollata, la regione potrebbe essere trascinata in una nuova guerra regionale, con conseguenze catastrofiche in termini di vite umane, distruzione economica e instabilità globale.

Proposta di Segnali di Monitoraggio Solid:

Per monitorare l'evoluzione della situazione nel corso del 2025 e anticipare potenziali punti di svolta, proponiamo i seguenti segnali raffinati e sofisticati:

  1. Aumento della retorica iraniana sulla deterrenza nucleare (e.g., cambiamento nella dottrina militare, dichiarazioni di alti funzionari) che porta a un cambiamento nella dottrina militare israeliana (e.g., maggiore enfasi su attacchi preventivi, revisione delle regole di ingaggio): Questo indicherebbe un'escalation retorica e strategica pericolosa, segnalando un aumento imminente del rischio di conflitto militare diretto tra Israele e Iran, con potenziali conseguenze regionali devastanti.
  2. Accordi di cooperazione in materia di sicurezza tra Turchia e HTS (Hayat Tahrir al-Sham) che portano a un aumento della capacità militare di HTS nel nord della Siria (e.g., fornitura di armamenti avanzati, addestramento militare, supporto logistico): Un rafforzamento militare di HTS con il sostegno della Turchia segnalerebbe un consolidamento del potere jihadista in Siria e un aumento del rischio di instabilità regionale, con potenziali implicazioni per la sicurezza dei paesi limitrofi e per la lotta al terrorismo internazionale.
  3. Aumento significativo (superiore al 20% mensile per tre mesi consecutivi) degli attacchi Houthi contro navi commerciali non legate a Israele nel Mar Rosso (e.g., navi portacontainer, petroliere, navi cargo di diverse nazionalità): Un'estensione degli attacchi Houthi a navi commerciali non direttamente legate al conflitto israelo-palestinese segnalerebbe un'escalation delle tensioni nel Mar Rosso e un aumento del rischio per il commercio globale, con potenziali ripercussioni economiche e geopolitiche su scala internazionale.
  4. Incremento dei prezzi dei titoli di stato egiziani (e.g., aumento degli spread sui titoli decennali di oltre 200 punti base in un trimestre) a causa di un peggioramento delle prospettive economiche (e.g., fuga di capitali, svalutazione della lira egiziana, aumento dell'inflazione): Un deterioramento significativo delle condizioni economiche in Egitto, riflesso nell'aumento dei costi di finanziamento del debito sovrano, segnalerebbe un aumento del rischio di instabilità politica e sociale nel paese più popoloso del mondo arabo, con potenziali ripercussioni regionali in termini di flussi migratori e sicurezza.

Analisi di Teoria dei Giochi: Medio Oriente 2025

1. Selezione degli Attori Chiave: Per l'analisi di teoria dei giochi del Medio Oriente nel 2025, selezioniamo due attori chiave le cui interazioni strategiche sono centrali per le dinamiche regionali descritte nelle notizie e nell'analisi degli attori:

  • Israele: Giustificazione: Come evidenziato nell'Actor Mapping Analysis, Israele è un attore statale centrale, con un elevato potere militare e politico, profondamente coinvolto nel conflitto israelo-palestinese e nelle crescenti tensioni con l'Iran e la Turchia. La sua priorità assoluta è la sicurezza nazionale e la sua postura strategica influenza significativamente la stabilità regionale. Le notizie recenti sottolineano il suo ruolo nel conflitto di Gaza, le tensioni con l'Iran e la competizione regionale in Siria.
  • Iran: Giustificazione: L'Iran è un attore statale regionale di primaria importanza, sebbene indebolito dalla caduta del regime di Assad. Secondo l'Actor Mapping Analysis, l'Iran persegue attivamente l'influenza regionale e la proiezione di potenza. Nonostante le recenti battute d'arresto, rimane un attore chiave a causa del suo programma nucleare, del sostegno a gruppi proxy regionali e della sua rivalità con Israele. Le notizie indicano che l'Iran potrebbe intraprendere azioni audaci per ristabilire la sua influenza, aumentando le tensioni con Israele. La scelta di Israele e Iran è giustificata dalla centralità del loro confronto nelle dinamiche di sicurezza del Medio Oriente nel 2025, come emerge chiaramente dalle notizie e dall'analisi degli attori. Le loro interazioni strategiche definiscono in larga misura il panorama regionale in termini di conflitti, stabilità e potenziali escalation. 2. Definizione delle Azioni: Per ciascun attore chiave, definiamo due azioni rilevanti, distinte e impattanti nel contesto del Medio Oriente nel 2025:
  • Israele:
    • Azione A: Postura Bellicosa (PB): Israele adotta una linea dura e assertiva. Questa azione include il mantenimento di un'elevata prontezza militare, l'accelerazione degli sforzi di annessione in Cisgiordania, la continuazione di attacchi mirati contro le milizie proxy iraniane nella regione (Siria, Libano), e una retorica pubblica intransigente nei confronti del programma nucleare iraniano, con minacce implicite o esplicite di azione militare preventiva.
    • Azione B: Impegno Diplomatico (ID): Israele opta per un approccio più orientato alla diplomazia. Questa azione comprende l'esplorazione di canali diplomatici, inclusi colloqui indiretti o segreti con l'Iran tramite mediatori, l'enfasi sulla retorica della de-escalation pubblica, la priorità al rafforzamento delle alleanze regionali per contenere l'Iran attraverso mezzi non militari e il tentativo di ridurre le tensioni su altri fronti, come quello palestinese (cessate il fuoco duraturo a Gaza, anche senza progressi politici sostanziali).
  • Iran:
    • Azione A: Accelerazione del Programma Nucleare (APN): L'Iran risponde alle pressioni e alle recenti perdite di influenza regionale accelerando il suo programma nucleare. Questa azione include l'incremento dell'arricchimento dell'uranio a livelli più elevati, passi concreti verso la capacità di assemblaggio di armi nucleari (pur senza un test esplicito), una retorica pubblica più aggressiva sulle capacità nucleari e la potenziale uscita definitiva dagli accordi JCPOA.
    • Azione B: De-escalation Regionale (DR): L'Iran sceglie una strategia di cautela e de-escalation. Questa azione comprende l'apertura a colloqui indiretti con gli Stati Uniti e potenzialmente con Israele tramite mediatori, la riduzione delle azioni provocatorie da parte dei suoi proxy regionali (e.g., Hezbollah, Houthis), un ammorbidimento della retorica sul programma nucleare, e l'esplorazione di soluzioni diplomatiche per ridurre le tensioni regionali, concentrandosi sulla stabilizzazione piuttosto che sulla proiezione di potenza immediata. 3. Costruzione della Matrice dei Payoff: Costruiamo una matrice dei payoff che rappresenta gli esiti potenziali per Israele e Iran in base alle combinazioni di azioni scelte. I payoff sono qualitativi, rappresentati come "Alto", "Medio", "Basso", indicando l'esito relativo per ciascun giocatore. | | Iran: Accelerazione Programma Nucleare (APN) | Iran: De-escalation Regionale (DR) | | -------------------------------- | ------------------------------------------------- | --------------------------------------- | | Israele: Postura Bellicosa (PB) | (Basso, Basso) | (Alto, Basso) | | Israele: Impegno Diplomatico (ID) | (Medio, Alto) | (Medio, Medio) | Ragionamento per l'assegnazione dei Payoff:
  • Israele: Postura Bellicosa (PB) / Iran: Accelerazione Programma Nucleare (APN): (Basso, Basso): Questo scenario rappresenta il peggiore esito possibile per entrambi gli attori. La postura bellicosa di Israele combinata con l'accelerazione del programma nucleare iraniano porta a un'escalation massima. Per Israele, aumenta significativamente il rischio di un conflitto regionale diretto, potenzialmente devastante, e non impedisce all'Iran di avvicinarsi alla capacità nucleare, sebbene possa ritardarla. Per l'Iran, la postura bellicosa israeliana aumenta la probabilità di attacchi militari israeliani contro le sue infrastrutture, con conseguenti danni significativi e instabilità interna, oltre a isolamento internazionale e sanzioni più severe, pur ottenendo progressi nel programma nucleare che però rimangono sotto costante minaccia. Entrambi subiscono un esito "Basso" in termini di sicurezza e stabilità.
  • Israele: Postura Bellicosa (PB) / Iran: De-escalation Regionale (DR): (Alto, Basso): In questo scenario, Israele ottiene un risultato "Alto" e l'Iran un risultato "Basso". La postura bellicosa israeliana, combinata con la de-escalation iraniana, mette Israele in una posizione di forza percepita. Israele dimostra determinazione e ottiene una riduzione delle tensioni da parte dell'Iran senza dover fare concessioni significative. Questo rafforza la deterrenza israeliana e la sua posizione regionale. Per l'Iran, la de-escalation di fronte a una postura bellicosa israeliana viene percepita come una debolezza. L'Iran rinuncia all'accelerazione del programma nucleare e riduce le tensioni regionali, ma lo fa sotto pressione, subendo una perdita di prestigio e influenza regionale, e senza ottenere garanzie di sicurezza o allentamento delle sanzioni. L'esito per l'Iran è "Basso".
  • Israele: Impegno Diplomatico (ID) / Iran: Accelerazione Programma Nucleare (APN): (Medio, Alto): In questo scenario, Israele ottiene un risultato "Medio" e l'Iran un risultato "Alto". L'impegno diplomatico di Israele, di fronte all'accelerazione del programma nucleare iraniano, è una strategia rischiosa ma potenzialmente vantaggiosa per l'Iran. Israele, cercando la via diplomatica, potrebbe apparire meno determinato agli occhi dell'Iran, ma mantiene aperta la possibilità di evitare un conflitto diretto e spera in una soluzione negoziata. L'esito per Israele è "Medio" perché, pur evitando l'escalation immediata, non risolve il problema del programma nucleare iraniano e potrebbe essere percepito come debolezza da alcuni attori interni e regionali. Per l'Iran, l'accelerazione del programma nucleare, di fronte all'impegno diplomatico israeliano, massimizza il suo potere negoziale. L'Iran dimostra risolutezza e sfrutta l'apertura diplomatica israeliana per ottenere potenziali concessioni o un miglioramento della sua posizione regionale, pur continuando a progredire verso la capacità nucleare. L'esito per l'Iran è "Alto".
  • Israele: Impegno Diplomatico (ID) / Iran: De-escalation Regionale (DR): (Medio, Medio): Questo scenario rappresenta un equilibrio instabile ma "Medio" per entrambi gli attori. L'impegno diplomatico di Israele, combinato con la de-escalation regionale iraniana, porta a una riduzione delle tensioni e a una fase di relativa calma. Per Israele, l'impegno diplomatico evita l'escalation e mantiene aperte le vie del dialogo, riducendo il rischio di conflitto immediato, anche se il problema di fondo (programma nucleare iraniano e influenza regionale) rimane irrisolto. L'esito è "Medio" perché la situazione resta precaria e dipendente dalla buona volontà di entrambi. Per l'Iran, la de-escalation regionale, combinata con l'impegno diplomatico israeliano, evita il confronto diretto e riduce le pressioni internazionali, offrendo spazio per consolidare la sua posizione interna e regionale in modo meno conflittuale. L'esito è "Medio" perché l'Iran non ottiene guadagni significativi immediati, ma evita perdite e mantiene aperte opzioni future. 4. Analisi degli Equilibri: Equilibrio di Nash: Analizzando la matrice dei payoff, non emerge un equilibrio di Nash puro.
  • Se Israele sceglie Postura Bellicosa (PB), la risposta ottimale dell'Iran è De-escalation Regionale (DR) (payoff Basso > Basso).
  • Se Israele sceglie Impegno Diplomatico (ID), la risposta ottimale dell'Iran è Accelerazione Programma Nucleare (APN) (payoff Alto > Medio).
  • Se l'Iran sceglie Accelerazione Programma Nucleare (APN), la risposta ottimale di Israele è Impegno Diplomatico (ID) (payoff Medio > Basso).
  • Se l'Iran sceglie De-escalation Regionale (DR), la risposta ottimale di Israele è Postura Bellicosa (PB) (payoff Alto > Medio). Assenza di Equilibrio Puro e Implicazioni: L'assenza di un equilibrio di Nash puro indica che questo gioco semplificato delle interazioni Israele-Iran è intrinsecamente instabile e dinamico. Nessuno dei due giocatori ha una strategia dominante che sia ottimale indipendentemente dalla scelta dell'altro. Questo riflette la natura competitiva e potenzialmente volatile delle loro relazioni. Equilibrio Misto (Concettuale): Se consideriamo un equilibrio misto, in cui ciascun giocatore randomizza tra le proprie azioni con certe probabilità, potremmo ipotizzare un equilibrio dove entrambi i giocatori hanno una probabilità positiva di scegliere sia azioni aggressive che azioni concilianti. Tuttavia, calcolare un equilibrio misto preciso richiederebbe una quantificazione più dettagliata dei payoff e delle probabilità, che va oltre la portata di questa analisi qualitativa. Fattori che influenzano il "non-equilibrio": La mancanza di un equilibrio stabile è influenzata da diversi fattori:
  • Diffidenza reciproca profonda: La storia di conflitto e antagonismo tra Israele e Iran crea una profonda diffidenza che rende difficile la cooperazione e il raggiungimento di un equilibrio stabile.
  • Interessi divergenti fondamentali: Gli interessi strategici e ideologici di Israele e Iran sono in gran parte divergenti e spesso in conflitto, rendendo difficile trovare un punto di convergenza.
  • Influenza di attori esterni: Le politiche di attori esterni come gli Stati Uniti e la Russia possono influenzare le scelte strategiche di Israele e Iran, destabilizzando ulteriormente qualsiasi potenziale equilibrio.
  • Dinamiche interne: Pressioni politiche interne e opinione pubblica in entrambi i paesi possono spingere verso azioni più aggressive o meno concilianti, rendendo difficile mantenere una strategia coerente e prevedibile. 5. Dinamiche del Gioco:
  • Mosse Simultanee vs. Sequenziali: Questo gioco può essere interpretato sia come simultaneo che sequenziale, a seconda della prospettiva. In un ciclo di interazioni, le azioni possono sembrare simultanee nel breve termine (entrambi reagiscono alle azioni percepite dell'altro quasi contemporaneamente). Tuttavia, nel lungo termine, ci sono elementi sequenziali: le decisioni passate di un giocatore influenzano le opzioni e le reazioni future dell'altro. Per semplificare l'analisi con la matrice dei payoff, lo trattiamo come un gioco simultaneo one-shot, pur riconoscendo la natura ripetuta e dinamica delle interazioni reali.
  • Interazioni Ripetute: Le interazioni Israele-Iran sono chiaramente un gioco ripetuto, non una singola interazione one-shot. In un gioco ripetuto, la reputazione, la deterrenza e la possibilità di ritorsioni future diventano cruciali. La mancanza di un equilibrio puro nel gioco one-shot suggerisce che nel gioco ripetuto, potremmo osservare una dinamica oscillante tra fasi di tensione e fasi di relativa calma, senza un punto di equilibrio stabile a lungo termine. La possibilità di cooperazione tacita o di deterrenza reciproca potrebbe emergere nel tempo, ma sarebbe fragile e soggetta a interruzioni.
  • Informazione Incompleta: Entrambi i giocatori operano con informazioni incomplete sulle vere intenzioni e capacità dell'altro. Israele non conosce con certezza lo stato attuale del programma nucleare iraniano o le vere linee rosse dell'Iran. L'Iran non conosce con certezza le soglie di tolleranza di Israele o le sue reali intenzioni militari. Questa incertezza aumenta il rischio di errori di calcolo e escalation involontaria, rendendo più difficile raggiungere un equilibrio stabile.
  • Fattori Esterni: Molti fattori esterni influenzano questo gioco:
    • Politica USA: Un cambiamento di politica USA (es. maggiore o minore sostegno a Israele, approccio verso l'Iran) può alterare drasticamente i payoff e le strategie ottimali per entrambi i giocatori. L'amministrazione Trump, come indicato nelle notizie, rappresenta un fattore esterno significativo.
    • Dinamiche Regionali: Altri conflitti regionali (Siria, Yemen, Libano) e le azioni di altri attori (Turchia, Arabia Saudita, Russia) creano un contesto complesso che influenza le interazioni Israele-Iran.
    • Economia Globale e Prezzo del Petrolio: Le condizioni economiche globali e il prezzo del petrolio possono influenzare le capacità economiche e militari di entrambi i giocatori e la loro propensione al rischio. 6. Implicazioni e Punti di Leva: Comportamento Probabile dei Giocatori: Data l'assenza di un equilibrio di Nash puro e la natura dinamica e incerta del gioco, è probabile che il comportamento di Israele e Iran nel 2025 sarà caratterizzato da una miscela di azioni aggressive e concilianti, con oscillazioni periodiche tra tensione e de-escalation.
  • Israele: Potrebbe alternare fasi di postura bellicosa (per deterrenza e per placare le pressioni interne per una linea dura) e fasi di impegno diplomatico (per evitare l'escalation incontrollata e mantenere il sostegno internazionale). La scelta specifica dipenderà dalla percezione della minaccia iraniana, dalla politica USA e dalle dinamiche interne.
  • Iran: Similmente, l'Iran potrebbe alternare fasi di accelerazione del programma nucleare (per aumentare la deterrenza e il potere negoziale) e fasi di de-escalation regionale (per evitare un conflitto diretto con Israele e ridurre le pressioni internazionali). La scelta dipenderà dalla valutazione dei rischi di escalation, dalle opportunità diplomatiche e dalle condizioni economiche interne. Esiti Potenziali e Implicazioni:
  • Scenario più probabile (Escalation Controllata): Le tensioni tra Israele e Iran rimarranno elevate, con scontri periodici a bassa intensità (cyberattacchi, attacchi mirati a proxy), ma senza una guerra regionale generalizzata. La regione rimarrà instabile, ma con una crescita economica modesta, come previsto dalle proiezioni.
  • Scenario peggiore (Escalation Regionale): Il rischio di un errore di calcolo o di un'escalation involontaria rimane significativo. Un conflitto aperto tra Israele e Iran, o una guerra Israele-Hezbollah su larga scala, avrebbe conseguenze devastanti per la regione e per l'economia globale.
  • Scenario migliore (Stabilizzazione Fragile): Sebbene meno probabile, non è impossibile che sforzi diplomatici e un cambiamento nelle priorità regionali portino a una fase di relativa de-escalation. Tuttavia, questa stabilizzazione sarebbe fragile e temporanea, dato il contesto di diffidenza e interessi divergenti. Punti di Leva Potenziali:
  • Diplomazia USA: Gli Stati Uniti hanno un punto di leva cruciale. Un approccio diplomatico più attivo e coordinato degli USA, che coinvolga sia Israele che l'Iran in un dialogo (anche indiretto), potrebbe contribuire a ridurre le tensioni e a costruire una cornice di stabilità regionale. Tuttavia, la politica "America First" di Trump potrebbe rendere questo scenario meno probabile.
  • Incentivi Economici Regionali: Offrire incentivi economici regionali (investimenti, cooperazione commerciale) condizionati alla de-escalation e alla cooperazione in aree di interesse comune (sicurezza marittima, gestione delle risorse idriche) potrebbe alterare i payoff del gioco e rendere la cooperazione più attraente per entrambi i giocatori.
  • Forum di Dialogo Regionale: La creazione di un forum di dialogo regionale inclusivo, che coinvolga tutti gli attori chiave, potrebbe contribuire a costruire fiducia e a trovare soluzioni negoziate per le tensioni regionali. In conclusione, l'analisi di teoria dei giochi evidenzia la natura intrinsecamente instabile e competitiva delle interazioni Israele-Iran nel Medio Oriente nel 2025. Senza interventi esterni significativi e un cambiamento nelle dinamiche regionali, lo scenario più probabile è la persistenza di tensioni elevate e di un equilibrio precario, con il rischio sempre presente di escalation incontrollata.

Complex System Structure and Dynamics:

  • 1.1 Component Identification and Network Mapping:

    • Identificazione dei Componenti Chiave: Il sistema del Medio Oriente nel 2025 è composto da una serie di attori interconnessi, sia statali che non statali, e da fattori ambientali e dinamiche globali. I componenti chiave includono:

      • Stati Regionali:

        • Israele: Nucleo del conflitto israelo-palestinese, potenza militare regionale, con un'economia avanzata e stretti legami con gli USA. Ruolo centrale nella dinamica di sicurezza regionale, soprattutto in relazione a Iran e Turchia.
        • Iran: Potenza regionale con ambizioni nucleari, indebolita dalla caduta del regime siriano ma ancora influente attraverso proxy e il suo programma nucleare. La sua politica estera assertiva e il sostegno a gruppi armati sono fattori destabilizzanti.
        • Turchia: Potenza regionale emergente con una politica estera assertiva, interessi in Siria e nel Mediterraneo orientale. Ambizioni di leadership regionale e capacità militare significativa la rendono un attore chiave.
        • Arabia Saudita e Stati del Golfo (EAU, Qatar, etc.): Potenze economiche basate sul petrolio, con interessi nella stabilità regionale e nella diversificazione economica. Preoccupate dall'influenza iraniana e desiderose di modernizzazione.
        • Egitto: Stato arabo tradizionalmente influente, con una grande popolazione e una posizione strategica, ma con sfide economiche interne. Cerca stabilità regionale e un ruolo di mediatore.
        • Siria (Post-Assad): Stato in fase di frammentazione e ricostruzione, con un vuoto di potere e competizione tra attori regionali e non statali. Teatro principale di instabilità e competizione per l'influenza.
      • Attori Non Statali:

        • Hamas: Organizzazione palestinese che controlla Gaza, coinvolta nel conflitto con Israele. La sua azione e la risposta israeliana hanno un impatto significativo sulla regione.
        • Autorità Palestinese (AP): Organizzazione palestinese che governa parti della Cisgiordania, con legittimità limitata e in difficoltà nel processo di pace.
        • Hayat Tahrir al-Sham (HTS): Gruppo jihadista che controlla parti della Siria post-Assad, con implicazioni per la stabilità siriana e regionale.
        • Houthis: Gruppo yemenita che controlla parte dello Yemen e minaccia il Mar Rosso, sostenuto dall'Iran e coinvolto in un conflitto con l'Arabia Saudita.
      • Attori Esterni:

        • Stati Uniti: Superpotenza globale con interessi strategici nel Medio Oriente (petrolio, sicurezza di Israele, antiterrorismo). La politica USA, soprattutto con l'amministrazione Trump, ha un impatto enorme sulla regione.
        • Russia: Potenza esterna con influenza crescente, soprattutto in Siria e potenzialmente nel Mar Rosso. Cerca di espandere la sua influenza e competere con gli USA.
      • Fattori e Variabili:

        • Prezzo del Petrolio: Influenza le economie regionali, soprattutto quelle dei paesi del Golfo.
        • Politica Energetica Globale: Transizione energetica e politiche climatiche globali influenzano le economie basate sugli idrocarburi.
        • Tecnologia e Digitalizzazione: La diffusione dei social media e delle tecnologie digitali influenza l'opinione pubblica, la comunicazione e le dinamiche sociali.
        • Cambiamento Climatico: Stress idrico, siccità e altri impatti climatici possono esacerbare tensioni e instabilità.
        • Opinione Pubblica Regionale e Globale: Influenza le politiche dei governi e la legittimità degli attori.
    • Relazioni e Interazioni tra i Componenti:

      • Causal Links:

        • Diretti e Indiretti: Le azioni di un attore hanno ripercussioni su molti altri. Ad esempio, la caduta del regime di Assad (evento chiave del 2024) ha direttamente indebolito l'Iran, suo alleato principale, e ha indirettamente creato un vuoto di potere in Siria, aumentando la competizione tra Turchia e Israele.
        • Esempi Specifici:
          • L'escalation del conflitto israelo-palestinese (e.g., guerra di Gaza 2023-2025) direttamente influenza la stabilità in Israele e nei territori palestinesi, e indirettamente aumenta le tensioni regionali e potrebbe radicalizzare l'opinione pubblica in altri paesi arabi.
          • Le attività Houthi nel Mar Rosso (causate in parte dal conflitto yemenita e dal sostegno iraniano) direttamente minacciano la sicurezza marittima e il commercio globale, e indirettamente possono portare a un aumento del coinvolgimento militare di potenze esterne come gli USA.
          • Un cambiamento nella politica statunitense (e.g., ritorno di Trump) direttamente influenza le relazioni USA-Iran e USA-Israele, e indirettamente le dinamiche di potere regionali e le decisioni di altri attori (e.g., programma nucleare iraniano).
        • Forza e Natura delle Influenze: Le influenze sono spesso forti e non lineari. Ad esempio, un attacco terroristico di Hamas può portare a una risposta militare israeliana sproporzionata e a un'escalation rapida. Le influenze possono essere positive o negative (e.g., la normalizzazione Israele-Stati Arabi è un'influenza positiva sulla stabilità, ma le tensioni Iran-Israele sono negative) e spesso non lineari (piccoli cambiamenti possono portare a grandi conseguenze).
      • Feedback Loops:

        • Reinforcing (Positive):
          • Ciclo di Violenza Israele-Palestina: Un attacco da parte di Hamas porta a una risposta militare israeliana, che a sua volta può radicalizzare i palestinesi e portare a nuovi attacchi, alimentando un ciclo di violenza. Questo amplifica l'instabilità.
          • Competizione Regionale Iran-Arabia Saudita: Le azioni di un paese per aumentare la propria influenza (e.g., sostegno a proxy) vengono percepite come minacce dall'altro, portando a contro-azioni e a un'ulteriore escalation della competizione.
          • Diffusione dell'Instabilità: L'instabilità in un paese (e.g., Siria, Libia) può diffondersi ai paesi vicini attraverso flussi di rifugiati, gruppi armati transnazionali e l'aumento delle tensioni regionali.
        • Balancing (Negative):
          • Deterrenza Nucleare (Potenziale Iran-Israele): La minaccia implicita di escalation nucleare (anche se l'Iran non ha ancora armi nucleari) potrebbe agire come un freno, limitando l'escalation eccessiva tra Iran e Israele. Questo stabilizza parzialmente il sistema, anche se a un livello di alta tensione.
          • Diplomazia e Negoziati (Cessate il Fuoco a Gaza): Gli sforzi diplomatici per raggiungere cessate il fuoco e negoziati (come il cessate il fuoco a Gaza del gennaio 2025) possono agire come meccanismi di bilanciamento, riducendo temporaneamente la violenza e aprendo spazi per la de-escalation.
          • Interdipendenza Economica (Globale): La dipendenza dal petrolio e dal commercio globale crea una certa interdipendenza economica che può agire come freno a conflitti eccessivi, dato che l'instabilità prolungata danneggerebbe tutti gli attori.
      • Network Structure:

        • Topologia: La rete del Medio Oriente è complessa e presenta caratteristiche di rete small-world e scale-free. Ci sono molti nodi con poche connessioni (e.g., piccoli gruppi ribelli) e pochi nodi con molte connessioni (e.g., grandi potenze regionali e globali come USA, Iran, Israele, Turchia). Potrebbe esserci anche una certa gerarchia, con potenze globali e regionali che influenzano attori minori.
        • Implicazioni:
          • Diffusione Rapida di Informazioni e Influenza: La struttura small-world facilita la rapida diffusione di informazioni (vere o false) e l'influenza attraverso la regione, sia attraverso i media tradizionali che i social media.
          • Spread di Instabilità: La connettività della rete può anche facilitare la diffusione dell'instabilità e dei conflitti da un'area all'altra. Un evento in Siria può rapidamente influenzare il Libano, la Giordania, ecc.
          • Vulnerabilità agli Shock: La dipendenza da nodi centrali (e.g., USA per la sicurezza regionale, paesi del Golfo per l'energia) rende il sistema vulnerabile a shock se questi nodi vengono perturbati o cambiano politica. La caduta del regime di Assad è uno shock che ha riorganizzato la rete.
      • Modularity:

        • Moduli: Il sistema presenta una certa modularità, con sottosistemi relativamente indipendenti ma interconnessi:
          • Modulo Israele-Palestina: Conflitto specifico con dinamiche proprie, ma legato alla regione più ampia.
          • Modulo Siria Post-Assad: Dinamiche interne siriane, ma fortemente influenzato da attori regionali e globali.
          • Modulo Golfo Persico: Dinamiche tra paesi del Golfo, influenza del prezzo del petrolio, rivalità con l'Iran.
          • Modulo Mar Rosso-Yemen: Conflitto yemenita e sicurezza marittima, con Houthis come attore chiave.
        • Interazione tra Moduli: I moduli non sono completamente isolati. Ad esempio, il conflitto israelo-palestinese influenza l'opinione pubblica in tutto il mondo arabo e musulmano, e le tensioni nel Golfo Persico possono influenzare la sicurezza marittima nel Mar Rosso. La caduta di Assad in Siria ha collegato più strettamente il modulo siriano con il modulo Iran-Israele.
        • Stabilità e Resilienza: La modularità può aumentare la resilienza locale (un problema in un modulo non travolge necessariamente l'intero sistema), ma anche creare punti di vulnerabilità se l'interconnessione tra moduli facilita la diffusione di shock.
  • 1.2 System Properties:

    • Boundaries:

      • Definizione: I confini del sistema del Medio Oriente sono geografici (la regione MENA), politici (gli stati e gli attori rilevanti che operano in questa regione) e tematici (questioni di sicurezza, economia, politica, società in Medio Oriente). Non sono confini rigidi, ma porosi e dinamici.
      • Interazione con l'Ambiente Esterno: Il sistema interagisce fortemente con l'ambiente esterno globale:
        • Input:
          • Politica delle Grandi Potenze: Le politiche di USA, Russia, Cina, UE influenzano profondamente la regione.
          • Mercati Globali dell'Energia: Il prezzo del petrolio e le dinamiche energetiche globali sono input cruciali.
          • Flussi di Capitali e Investimenti: Investimenti stranieri e flussi finanziari influenzano le economie regionali.
          • Norme e Diritto Internazionale: Anche se spesso violato, il diritto internazionale fornisce un quadro di riferimento (e a volte di contestazione).
          • Opinione Pubblica Globale: Influenza le politiche e la percezione degli attori.
        • Output:
          • Flussi di Petrolio e Gas: Il Medio Oriente è un fornitore chiave di energia per il mondo.
          • Migrazioni e Rifugiati: L'instabilità regionale genera flussi migratori con impatti globali.
          • Terrorismo e Radicalizzazione: Il Medio Oriente è una fonte di gruppi terroristici e ideologie radicali con impatto globale.
          • Instabilità Geopolitica: L'instabilità in Medio Oriente ha ripercussioni sulla sicurezza globale.
    • Emergence:

      • Proprietà Emergenti: Dalle interazioni tra i componenti emergono proprietà a livello di sistema che non sono prevedibili analizzando i singoli componenti:
        • Instabilità Regionale Cronica: Non è la semplice somma dei conflitti locali, ma un fenomeno emergente dalla complessa interazione di rivalità, ideologie, competizioni per risorse e interventi esterni.
        • Cicli di Violenza e De-escalation: I pattern di escalation e de-escalation nei conflitti regionali emergono dalle interazioni tra gli attori e le loro decisioni strategiche, non sono predeterminati.
        • Formazione di Alleanze e Coalizioni Dinamiche: Le alleanze regionali sono fluide e emergono dalle interazioni strategiche degli attori, non sono fisse e prevedibili a priori.
      • Esempi Specifici:
        • L'Arab Spring è stata un fenomeno emergente, non prevedibile analizzando i singoli regimi autoritari, ma risultante da una combinazione di fattori sociali, economici e politici interconnessi.
        • La nascita e rapida ascesa dell'ISIS è stata un'emergenza complessa, non semplicemente prevedibile dalla situazione in Iraq e Siria, ma risultante da vuoti di potere, conflitti settari e dinamiche regionali.
      • Significato: Le proprietà emergenti sottolineano la non linearità e imprevedibilità del sistema. Comprendere le interazioni e i feedback è cruciale per analizzare il sistema, più che concentrarsi solo sui singoli attori.
    • Adaptation & Learning:

      • Adattamento: Il sistema e i suoi componenti si adattano costantemente alle mutevoli condizioni:
        • Adattamento degli Stati: Gli stati regionali (e.g., Israele, Turchia, paesi del Golfo) modificano le loro politiche estere, alleanze e strategie militari in risposta a eventi come la caduta di Assad, l'ascesa dell'Iran, i cambiamenti nella politica USA.
        • Adattamento di Attori Non Statali: Hamas, Hezbollah, Houthis adattano le loro tattiche militari, strategie politiche e relazioni con gli sponsor esterni in risposta alle pressioni e ai cambiamenti ambientali.
        • Adattamento Economico: I paesi del Golfo cercano di diversificare le loro economie per ridurre la dipendenza dal petrolio in risposta alle fluttuazioni dei prezzi e alla transizione energetica globale.
      • Esempi di Adattamento:
        • La normalizzazione delle relazioni tra Israele e alcuni stati arabi (Abraham Accords) è un adattamento strategico in risposta alla minaccia percepita dell'Iran e al desiderio di stabilità regionale.
        • La politica estera più assertiva della Turchia è un adattamento al vuoto di potere regionale e alle opportunità create dai conflitti in Siria e Libia.
      • Meccanismi di Apprendimento:
        • Apprendimento per Esperienza: Gli attori apprendono dai successi e fallimenti passati (e.g., Israele impara dalle precedenti guerre a Gaza, Iran impara dalle conseguenze delle sanzioni).
        • Osservazione e Imitazione: Gli attori osservano le strategie degli altri (e.g., i gruppi non statali possono imitare tattiche militari o propagandistiche di altri gruppi).
        • Prova ed Errore: Gli attori sperimentano nuove politiche e strategie, imparando da ciò che funziona e ciò che non funziona.
    • Non-linearity:

      • Relazioni Non-lineari: Il sistema è caratterizzato da forti non-linearità, dove piccoli cambiamenti possono avere effetti sproporzionati:
        • Effetto Farfalla: Un evento apparentemente minore (e.g., un singolo attacco terroristico, una dichiarazione politica inattesa) può innescare una cascata di eventi e un'escalation significativa.
        • Tipping Points: Il sistema può raggiungere punti di svolta (vedi 2.2) dove piccoli cambiamenti superano una soglia e portano a cambiamenti sistemici improvvisi e irreversibili.
      • Esempi Specifici:
        • L'auto-immolazione di un venditore ambulante in Tunisia nel 2010 ha innescato la Primavera Araba, dimostrando come un piccolo evento possa avere conseguenze enormi.
        • Un conflitto militare limitato tra Israele e Hezbollah potrebbe rapidamente escalare in una guerra regionale se supera certe soglie di intensità o coinvolge attori esterni.
      • Implicazioni per la Predicibilità e il Controllo: La non-linearità rende il sistema altamente imprevedibile e difficile da controllare. Le previsioni lineari e gli approcci di "command and control" sono spesso inefficaci. È necessario un approccio più basato sulla comprensione delle dinamiche sistemiche e sulla gestione della complessità.
    • Path Dependence:

      • Influenza della Storia: La storia e le condizioni iniziali hanno un impatto profondo sul sistema del Medio Oriente:
        • Legacy del Colonialismo e dei Confini: I confini tracciati dalle potenze coloniali e le divisioni settarie create storicamente continuano a influenzare i conflitti e le identità regionali.
        • Conflitto Arabo-Israeliano: La lunga storia del conflitto israelo-palestinese ha plasmato le alleanze, le rivalità e le percezioni nella regione.
        • Guerra Fredda e Interventi Esterni: La Guerra Fredda e i successivi interventi di potenze esterne (USA, Russia) hanno creato dipendenze, conflitti e dinamiche di potere che persistono.
      • Esempi di Path Dependence:
        • Il conflitto settario in Iraq è fortemente radicato nella storia e nelle politiche del regime di Saddam Hussein e dell'occupazione USA.
        • La questione curda è un problema storico che attraversa diversi stati (Turchia, Siria, Iraq, Iran) ed è stata plasmata da eventi storici e politiche specifiche di ogni stato.
      • Implicazioni per la Previsione a Lungo Termine: La path dependence rende le previsioni a lungo termine estremamente difficili. Il futuro del Medio Oriente è fortemente vincolato dal suo passato. Anche piccoli eventi iniziali possono deviare il sistema su traiettorie molto diverse nel lungo periodo.
  • 1.3 Sensitivity and Resilience:

    • Critical Nodes/Edges:

      • Nodi Critici:
        • Israele, Iran, Turchia: Sono nodi critici perché le loro azioni e la loro stabilità hanno un impatto enorme sull'intero sistema. Un conflitto diretto tra Israele e Iran o un collasso politico in Turchia avrebbero conseguenze regionali devastanti.
        • Stati Uniti: La politica USA è un nodo critico esterno. Un cambiamento radicale (come il ritorno di Trump e la politica "America First") altera significativamente gli equilibri regionali.
        • Stretti di Hormuz e Bab-el-Mandeb: Sono "edges" critici, punti di strozzatura per il flusso di petrolio e per il commercio marittimo. La loro chiusura o instabilità avrebbe un impatto economico globale.
      • Edges Critici:
        • Confine Israele-Libano: Un'escalation lungo questo confine potrebbe innescare un conflitto più ampio tra Israele e Hezbollah e potenzialmente coinvolgere l'Iran.
        • Confine Siria-Turchia: Area di competizione e potenziale conflitto tra Turchia e gruppi curdi, con implicazioni per la stabilità siriana e regionale.
        • Rotte Marittime nel Mar Rosso: Vulnerabili agli attacchi Houthi, con impatti sul commercio globale e potenziale escalation militare.
      • Conseguenze del Fallimento: Il fallimento o la disruption di questi nodi/edges critici porterebbe a:
        • Escalation di conflitti: Conflitto diretto Iran-Israele, guerra Israele-Hezbollah su larga scala, destabilizzazione della Turchia.
        • Crisi economica: Interruzione del flusso di petrolio, crollo del commercio, instabilità finanziaria regionale.
        • Crisi umanitarie: Flussi massicci di rifugiati, carestie, collasso dei servizi essenziali in aree colpite da conflitti.
    • Redundancy and Diversity:

      • Redundancy: La ridondanza nel sistema del Medio Oriente è limitata in alcune aree e relativamente maggiore in altre:
        • Limitata: La dipendenza dal petrolio come principale fonte di energia e reddito per molti paesi del Golfo crea una bassa ridondanza economica. La centralizzazione del potere politico in molti stati riduce la ridondanza politica.
        • Maggiore: Esiste una certa ridondanza nelle alleanze politiche (anche se fluide e mutevoli), con diversi attori che cercano partnership con potenze esterne. La diversità etnica, religiosa e politica della regione (anche se spesso fonte di conflitto) può anche essere vista come una forma di ridondanza sociale.
      • Diversity: La diversità è alta in termini di attori, ideologie, sistemi politici, economie. Questa diversità può essere sia una fonte di resilienza (diverse strategie e approcci possibili) che di instabilità (molteplici punti di conflitto e disaccordo).
      • Esempi di Redundancy and Diversity:
        • Diversificazione Economica (Stati del Golfo): Gli sforzi per diversificare le economie dei paesi del Golfo, investendo in settori non petroliferi, aumentano la ridondanza economica e la resilienza agli shock petroliferi.
        • Molteplicità di Attori: La presenza di molti attori (stati, gruppi non statali, potenze esterne) offre una certa diversità di risposte e strategie, anche se può complicare la gestione del sistema.
      • Contributo alla Resilienza: La ridondanza e la diversità possono aumentare la capacità del sistema di resistere agli shock, ma in Medio Oriente la loro efficacia è spesso limitata dalla forte interconnessione e dalla natura conflittuale delle relazioni.
    • Adaptive Capacity:

      • Valutazione: La capacità adattiva del sistema del Medio Oriente è mista. Alcuni attori (e.g., Israele, Turchia, Stati del Golfo) dimostrano una maggiore capacità di adattamento, mentre altri (e.g., Siria post-Assad, AP) sono più rigidi o limitati nella loro capacità di risposta ai cambiamenti.
      • Fattori che Aumentano/Limitano:
        • Aumentano:
          • Risorse Economiche: Paesi con risorse economiche (e.g., Stati del Golfo, Israele) hanno maggiore capacità di investire in nuove tecnologie, diversificazione economica, e capacità militari, aumentando la loro adattabilità.
          • Stabilità Politica Interna (Relativa): Stati con istituzioni relativamente stabili (e.g., Israele, Turchia, Egitto) possono più facilmente implementare politiche di adattamento.
          • Legami con Attori Esterni: Alleanze e partnership con potenze esterne (e.g., Israele-USA, Turchia-NATO) possono fornire risorse e supporto per l'adattamento.
        • Limitano:
          • Conflitti Interni e Regionali: Conflitti prolungati e instabilità assorbono risorse e distolgono l'attenzione dall'adattamento a lungo termine.
          • Debolezza Economica e Debito: Paesi con economie deboli e alto debito (e.g., Egitto, Libano) hanno risorse limitate per l'adattamento.
          • Rigidità Politica e Istituzionale: Regimi autoritari o sistemi politici rigidi possono essere meno capaci di adattarsi a nuove sfide.
      • Esempi di Adattamento (Successi e Fallimenti):
        • Successo (Relativo): La risposta di Israele al conflitto con Hamas, sebbene controversa, dimostra una capacità di adattamento militare e tecnologico. Gli sforzi di diversificazione economica dei paesi del Golfo sono un altro esempio di adattamento (anche se il successo è ancora in corso).
        • Fallimento (Relativo): La incapacità dell'Autorità Palestinese di adattarsi alla realtà politica e di ottenere progressi significativi verso uno stato palestinese è un esempio di adattamento limitato. La lenta risposta di molti paesi della regione al cambiamento climatico è un altro esempio di adattamento insufficiente.

Probabilistic Future Evolutions and Foresight (Short-Medium Term):

  • 2.1 Scenario Planning with Probabilities:

    • Scenario 1: Escalation Controllata (Probabilità: Media - 40%)

      • Key Drivers: Persistenti tensioni Iran-Israele, attività Houthi nel Mar Rosso, competizione per l'influenza in Siria post-Assad, politica "America First" di Trump.
      • Eventi: Scontri limitati tra Israele e Iran (cyberattacchi, attacchi a proxy), continuazione delle operazioni militari israeliane a Gaza e in Cisgiordania, attività Houthi nel Mar Rosso con risposte militari occidentali, competizione diplomatica e militare in Siria senza escalation su larga scala.
      • Outcomes: Instabilità regionale persistente ma contenuta, economia regionale con crescita modesta (come previsto), tensioni elevate ma senza un conflitto regionale generalizzato, focus sulla gestione delle crisi e sulla deterrenza. La normalizzazione Israele-Stati Arabi procede lentamente, ma senza grandi passi avanti o indietro.
    • Scenario 2: Escalation Regionale (Probabilità: Bassa - 25%)

      • Key Drivers: Errore di calcolo o escalation accidentale in un confronto Iran-Israele, attacco significativo contro Israele da parte di Hezbollah o Hamas, collasso della stabilità in Egitto o Giordania, grave incidente nel Mar Rosso che coinvolge potenze maggiori.
      • Eventi: Guerra aperta tra Israele e Hezbollah con coinvolgimento iraniano, attacchi missilistici diretti tra Israele e Iran, collasso del cessate il fuoco a Gaza e ripresa di un conflitto su larga scala, destabilizzazione politica in un paese chiave (Egitto), chiusura prolungata dello Stretto di Hormuz o Bab-el-Mandeb.
      • Outcomes: Conflitto regionale generalizzato, crisi umanitaria massiccia, impatto devastante sulle economie regionali e globali (prezzo del petrolio alle stelle, recessione), rimodellamento radicale degli equilibri di potere regionali, possibile coinvolgimento diretto di potenze esterne (USA, Russia, potenzialmente Cina). La normalizzazione Israele-Stati Arabi si arresta bruscamente o si inverte.
    • Scenario 3: Stabilizzazione Fragile (Probabilità: Media-Bassa - 30%)

      • Key Drivers: Efforts diplomatici per de-escalation Iran-Israele, successo (parziale) dei negoziati per le fasi successive del cessate il fuoco a Gaza, focus degli attori regionali su problemi interni (economia, stabilità), limitato disimpegno USA dalla regione.
      • Eventi: Dialogo indiretto USA-Iran, cessate il fuoco duraturo a Gaza (anche se senza soluzione politica), relativa calma al confine Israele-Libano, cooperazione limitata tra Turchia e Stati del Golfo in Siria, contenimento dell'attività Houthi nel Mar Rosso attraverso sforzi militari e diplomatici.
      • Outcomes: Instabilità regionale ridotta ma non eliminata, economia regionale con una ripresa più robusta, tensioni ancora presenti ma gestite attraverso la diplomazia, progressi limitati sulla questione palestinese, focus sulla stabilizzazione e sulla gestione delle crisi esistenti. La normalizzazione Israele-Stati Arabi prosegue a piccoli passi, forse con nuovi paesi che si uniscono.
    • Scenario 4: Nuova Crisi Sistemica (Probabilità: Bassa - 5%)

      • Key Drivers: Combinazione di shock esterni e interni, evento imprevisto e dirompente, incapacità di gestione delle crisi esistenti, interazione negativa di più tipping points.
      • Eventi: Grave crisi economica globale che colpisce duramente la regione, pandemia o catastrofe naturale su larga scala, collasso politico in un paese chiave (e.g., Arabia Saudita), uso di armi non convenzionali in un conflitto regionale, cyberattacco devastante contro infrastrutture critiche.
      • Outcomes: Crollo sistemico dell'ordine regionale esistente, crisi umanitaria catastrofica, vuoto di potere e frammentazione regionale, aumento del ruolo di attori non statali e gruppi estremisti, rimodellamento completo degli equilibri di potere regionali e globali. La normalizzazione Israele-Stati Arabi diventa irrilevante di fronte a sfide sistemiche maggiori.
  • 2.2 Tipping Points and Phase Transitions:

    • Tipping Points Potenziali:
      • Conflitto Diretto Israele-Iran: Un attacco israeliano diretto contro il programma nucleare iraniano o un attacco iraniano significativo contro Israele potrebbe superare la soglia della deterrenza e innescare una guerra aperta regionale.
        • Segnali di Allarme: Aumento della retorica aggressiva, movimenti militari significativi, attacchi cibernetici di escalation, fallimento dei canali diplomatici.
        • Conseguenze: Escalation regionale, conflitto generalizzato, crisi economica, rimodellamento degli equilibri di potere.
      • Collasso della Stabilità in un Paese Chiave (Egitto, Turchia, Arabia Saudita): Una grave crisi economica, instabilità politica interna, o un evento traumatico (e.g., attacco terroristico su larga scala, disastro naturale) potrebbe portare al collasso della stabilità in un paese chiave, con conseguenze regionali a catena.
        • Segnali di Allarme: Aumento della protesta sociale, crisi economica profonda, lotte di potere interne, segnali di repressione crescente, perdita di controllo del governo su parti del territorio.
        • Conseguenze: Vuoto di potere, conflitti interni, flussi di rifugiati, instabilità regionale diffusa.
      • Chiusura Prolungata degli Stretti di Hormuz o Bab-el-Mandeb: Un attacco o un conflitto che porti alla chiusura prolungata di questi stretti marittimi supererebbe la soglia di tolleranza economica globale e potrebbe innescare interventi militari esterni e un'escalation regionale.
        • Segnali di Allarme: Aumento delle tensioni militari nel Golfo Persico o nel Mar Rosso, attacchi contro navi mercantili, escalation militare Houthi, retorica aggressiva di attori regionali.
        • Conseguenze: Crisi economica globale, intervento militare esterno, escalation regionale.
  • 2.3 Wildcards and Black Swans:

    • Wildcards Potenziali:
      • Pandemia Globale Inattesa: Una nuova pandemia più grave del COVID-19 potrebbe devastare le economie regionali già fragili, esacerbare le tensioni sociali e politiche e distrarre l'attenzione dalle dinamiche geopolitiche attuali.
      • Crollo Improvviso del Prezzo del Petrolio: Nonostante le previsioni di ripresa, un crollo improvviso e prolungato del prezzo del petrolio (e.g., a causa di una crisi economica globale o di un'innovazione tecnologica dirompente) potrebbe destabilizzare le economie dei paesi del Golfo e alterare gli equilibri di potere.
      • Breakthrough Diplomatico Inatteso: Un improvviso e inatteso progresso nel processo di pace israelo-palestinese o un accordo USA-Iran potrebbe cambiare radicalmente il clima regionale e aprire nuove opportunità (o creare nuove tensioni).
      • Cyber Pearl Harbor: Un cyberattacco devastante e coordinato contro infrastrutture critiche regionali (e.g., impianti petroliferi, reti elettriche, sistemi finanziari) potrebbe paralizzare economie e società, innescando instabilità e conflitti.
    • Risposta del Sistema: La risposta del sistema a questi wildcards dipenderebbe dalla natura specifica dell'evento e dalla resilienza del sistema al momento dell'impatto. Una regione già instabile e tesa sarebbe molto più vulnerabile a un wildcard negativo. Un wildcard positivo (e.g., breakthrough diplomatico) potrebbe avere un impatto trasformativo ma anche incontrare resistenze e reazioni inattese.
  • 2.4 Sensitivity to Initial Conditions:

    • Divergenza Futura: Piccole differenze nelle condizioni iniziali nel febbraio 2025 (e.g., l'esito dei negoziati per le fasi successive del cessate il fuoco a Gaza, le prime mosse della nuova amministrazione Trump, la risposta iraniana alla caduta di Assad) possono portare a traiettorie future molto diverse a causa della non-linearità e path dependence del sistema.
    • Variabili Sensibili:
      • Politica USA verso l'Iran: La politica di Trump (massima pressione vs. diplomazia) avrà un impatto enorme sulla regione.
      • Dinamiche Israele-Hamas Post-Cessate il Fuoco: La stabilità del cessate il fuoco a Gaza e i progressi (o la mancanza di progressi) nella governance dei territori palestinesi influenzeranno la probabilità di future escalation.
      • Reazione Iraniana alla Caduta di Assad: Le scelte strategiche dell'Iran per ricostruire la sua influenza regionale (diplomazia, programma nucleare, sostegno a proxy) determineranno in gran parte il livello di tensione regionale.
    • Implicazioni: Il futuro del Medio Oriente è altamente incerto e dipende sensibilmente da decisioni e eventi che si verificano in questo momento. Piccoli cambiamenti ora possono avere grandi conseguenze nel medio-lungo termine.
  • 2.5 Intervention Points and Leverage Points:

    • Intervention Points Potenziali:

      • Diplomazia Regionale Inclusiva: Promuovere un forum di dialogo regionale che includa tutti gli attori chiave (inclusi Iran e Turchia) per affrontare le tensioni e cercare soluzioni cooperative. Questo potrebbe ridurre la competizione zero-sum e costruire fiducia.
      • Sostegno Economico Condizionato alla Stabilità: Offrire aiuti economici e investimenti ai paesi della regione (in particolare Egitto, Giordania, Siria post-conflitto) condizionati a riforme economiche, governance inclusiva e de-escalation regionale.
      • Cooperazione Regionale per la Sicurezza Marittima: Promuovere una forza navale regionale (o internazionale con partecipazione regionale) per garantire la sicurezza delle rotte marittime nel Mar Rosso e nel Golfo Persico, riducendo il rischio di escalation e garantendo il commercio.
      • Investimenti in Adattamento Climatico e Gestione delle Risorse Idriche: Sostenere progetti di adattamento al cambiamento climatico e cooperazione nella gestione delle risorse idriche transfrontaliere, riducendo la competizione per risorse scarse e aumentando la resilienza regionale.
      • Supporto alla Società Civile e ai Media Indipendenti: Sostenere la società civile, i media indipendenti e l'educazione alla pace nella regione per promuovere una cultura del dialogo, della tolleranza e della risoluzione pacifica dei conflitti.
    • Leverage Points:

      • Politica USA verso l'Iran: Un cambiamento nella politica USA da "massima pressione" a un approccio diplomatico più aperto potrebbe ridurre le tensioni regionali e aprire spazi per la cooperazione.
      • Normalizzazione Israele-Stati Arabi con Progressi sulla Questione Palestinese: Collegare la normalizzazione delle relazioni tra Israele e gli stati arabi a progressi significativi sulla questione palestinese (e.g., soluzione a due stati, miglioramento delle condizioni di vita dei palestinesi) potrebbe aumentare la legittimità e la sostenibilità del processo di normalizzazione e ridurre le tensioni regionali.
      • Governance Inclusiva in Siria Post-Assad: Sostenere un processo di transizione politica in Siria che porti a una governance più inclusiva e rappresentativa potrebbe ridurre il vuoto di potere e la competizione esterna, aprendo la strada alla stabilizzazione.

Questi punti di intervento e leve rappresentano opportunità per influenzare positivamente l'evoluzione del sistema del Medio Oriente, anche se la complessità e la non-linearità del sistema richiedono un approccio cauto, adattivo e a lungo termine.

  1. Concettualizzazione dell'Entropia nel Sistema:

    • Definizione di entropia: Nel contesto del Medio Oriente nel 2025, l'entropia può essere definita come una misura del grado di incertezza, disordine e imprevedibilità all'interno del sistema politico, economico e sociale regionale. Non si riferisce all'energia dissipata, ma piuttosto alla molteplicità di stati possibili in cui il sistema può evolvere e alla difficoltà di prevedere con precisione quale stato si concretizzerà. L'entropia qui riflette la complessità intrinseca e la labilità degli equilibri regionali, dove una miriade di fattori interagiscono in modo non lineare, rendendo il futuro incerto e soggetto a cambiamenti bruschi.

    • Elementi chiave che contribuiscono all'entropia:

      • Numero di attori e loro eterogeneità: La regione è caratterizzata da un elevato numero di attori statali (Israele, Iran, Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Siria, Libano, Yemen, etc.) e non statali (Hamas, Hezbollah, Houthi, HTS, varie milizie, gruppi terroristici), ognuno con interessi, ideologie e capacità di azione distinti e spesso conflittuali. Questa eterogeneità intrinseca aumenta esponenzialmente il numero di possibili configurazioni del sistema e quindi l'entropia.
      • Complessità delle interazioni: Le relazioni tra questi attori sono estremamente complesse e dinamiche, caratterizzate da alleanze mutevoli, rivalità storiche, guerre per procura e interdipendenze economiche. La caduta del regime di Assad ha ulteriormente complicato queste interazioni, creando nuovi vuoti di potere e competizioni per l'influenza, in particolare tra Turchia e Israele in Siria. La rete intricata di relazioni e la loro imprevedibilità contribuiscono significativamente all'entropia.
      • Disponibilità e distribuzione delle informazioni: La regione è afflitta da una scarsa trasparenza, propaganda, disinformazione e narrazioni contrastanti. L'accesso alle informazioni è spesso controllato o distorto, e la proliferazione di fake news attraverso i social media, particolarmente dominanti nella regione, aumenta la confusione e l'incertezza. Questa asimmetria informativa e la bassa qualità di molta informazione disponibile accrescono l'entropia.
      • Grado di incertezza sul futuro: Il futuro del Medio Oriente nel 2025 è carico di incognite. La governance dei territori palestinesi post-conflitto di Gaza, le intenzioni dell'Iran riguardo al programma nucleare, le politiche della nuova amministrazione Trump, la stabilità della Siria post-Assad, la durata del cessate il fuoco a Gaza e al confine libanese, le tensioni nel Mar Rosso, tutto contribuisce a un elevato grado di incertezza. Questa incertezza intrinseca è una manifestazione diretta dell'entropia del sistema.
      • Presenza di obiettivi o valori conflittuali: Conflitti ideologici (secolarismo vs. islamismo politico), religiosi (sunniti vs. sciiti), etnici (curdi, arabi, persiani, etc.) e geopolitici (influenza regionale, controllo delle risorse, sicurezza nazionale) sono profondamente radicati nella regione. Questi obiettivi e valori spesso inconciliabili alimentano la competizione, la rivalità e il conflitto, incrementando l'entropia complessiva.
    • Effetto dei cambiamenti sugli elementi sull'entropia:

      • Un aumento del numero di attori, specialmente non statali o esterni alla regione, aumenterebbe l'entropia. Al contrario, una diminuzione degli attori, ad esempio attraverso accordi di fusione o indebolimento di alcuni attori, potrebbe ridurre l'entropia (sebbene raramente si verifichi in Medio Oriente).
      • Una maggiore complessità delle interazioni, come l'escalation di conflitti per procura o l'emergere di nuove linee di faglia, aumenterebbe l'entropia. Una semplificazione delle interazioni, attraverso accordi di pace multilaterali o la creazione di un sistema di sicurezza regionale stabile (scenario altamente improbabile), diminuirebbe l'entropia.
      • Una riduzione della disponibilità di informazioni accurate e trasparenti, o un aumento della disinformazione, aumenterebbe l'entropia. Un miglioramento nella trasparenza, nella libertà di stampa e nell'accesso a informazioni verificate diminuirebbe l'entropia.
      • Un aumento dell'incertezza sul futuro, causato ad esempio da una nuova crisi regionale grave o dal fallimento di processi diplomatici cruciali, aumenterebbe l'entropia. Una maggiore prevedibilità, derivante da accordi duraturi o dall'adozione di politiche regionali stabili, diminuirebbe l'entropia.
      • Un'intensificazione dei conflitti valoriali, ad esempio un aumento del settarismo o dell'estremismo ideologico, aumenterebbe l'entropia. Una convergenza di valori o la promozione di un dialogo interculturale e interreligioso (anche questo scenario improbabile nel breve termine) potrebbe diminuire l'entropia.
  2. Entropia e Stabilità/Instabilità:

    • Relazione tra entropia e stabilità/instabilità: In Medio Oriente, un'alta entropia è chiaramente correlata all'instabilità. La regione è intrinsecamente instabile a causa dell'elevata incertezza e imprevedibilità. L'alta entropia si manifesta in frequenti conflitti, cambiamenti di regime, crisi umanitarie e fluttuazioni economiche. Al contrario, una bassa entropia, che corrisponderebbe a un sistema più ordinato, prevedibile e con un minor numero di stati possibili, sarebbe associata a maggiore stabilità. Tuttavia, è importante notare che una "stabilità" ottenuta artificialmente o con la forza in un sistema ad alta entropia potrebbe essere precaria e soggetta a improvvisi crolli o cambiamenti radicali.

    • Livello attuale di entropia e stabilità/instabilità: Il livello di entropia nel Medio Oriente nel febbraio 2025 è decisamente elevato. La caduta del regime di Assad, la guerra a Gaza ancora irrisolta, le tensioni Iran-Israele, l'incertezza sulla politica statunitense e le tensioni nel Mar Rosso sono tutti indicatori di un sistema ad alta entropia. Questo contesto è altamente non conducive alla stabilità. La regione è in uno stato di flusso continuo, con un alto potenziale per ulteriori escalation e cambiamenti imprevisti. La "stabilità" attuale è precaria, basata su fragili cessate il fuoco e equilibri di potere instabili.

    • Potenziali "punti di svolta":

      • Escalation del conflitto Iran-Israele: Un attacco diretto significativo tra Iran e Israele, o un'accelerazione drastica del programma nucleare iraniano, potrebbe rappresentare un punto di svolta, innalzando drasticamente l'entropia e spingendo la regione verso un'instabilità ancora maggiore e potenzialmente un conflitto regionale più ampio.
      • Crollo del cessate il fuoco a Gaza: La rottura definitiva del cessate il fuoco e la ripresa di un conflitto su vasta scala tra Israele e Hamas, o un deterioramento significativo della situazione umanitaria a Gaza, potrebbero destabilizzare ulteriormente la regione e innescare nuove ondate di violenza e migrazioni.
      • Ulteriore destabilizzazione della Siria post-Assad: Se la transizione post-Assad in Siria dovesse degenerare in una nuova guerra civile o in un conflitto tra Turchia e Israele per l'influenza, l'entropia aumenterebbe, con conseguenze potenzialmente gravi per la stabilità regionale.
      • Crisi economica grave in un paese chiave: Un collasso economico in Egitto, o in un altro paese importante della regione, potrebbe innescare instabilità sociale e politica, aumentando l'entropia e potenzialmente portando a cambiamenti di regime o conflitti interni.
      • Un cambiamento radicale nella politica statunitense: Una politica "America First" aggressiva e imprevedibile sotto Trump potrebbe sconvolgere gli equilibri regionali esistenti e aumentare l'incertezza, innalzando l'entropia. Al contrario, un improbabile cambio di rotta verso una politica più cooperativa e multilaterale potrebbe, in teoria, ridurre l'entropia nel lungo termine, ma nel breve termine la transizione stessa potrebbe creare ulteriore incertezza.
  3. Entropia e Informazione:

    • Connessione tra entropia e informazione: In un sistema ad alta entropia come il Medio Oriente nel 2025, la necessità di informazioni accurate e pertinenti è cruciale per navigare la complessità e l'incertezza. Maggiore è l'entropia, maggiore è la quantità di informazione necessaria per ridurre l'incertezza e comprendere le dinamiche del sistema. L'informazione, idealmente, dovrebbe diminuire l'entropia, fornendo chiarezza e riducendo il numero di stati possibili percepiti.

    • Impatto di disponibilità, qualità e distribuzione delle informazioni: La scarsa disponibilità di informazioni affidabili, la bassa qualità di molte informazioni circolanti (propaganda, disinformazione) e la distribuzione diseguale delle informazioni (alcuni attori hanno un accesso privilegiato, altri sono esclusi) contribuiscono ad aumentare l'entropia nel Medio Oriente. La difficoltà di distinguere i fatti dalle finzioni, la mancanza di trasparenza e la proliferazione di narrazioni conflittuali rendono ancora più complesso prevedere gli sviluppi e prendere decisioni informate.

    • Ruolo della disinformazione e della disinformazione: La disinformazione e la disinformazione giocano un ruolo cruciale nell'aumentare l'entropia. Queste pratiche intenzionali mirano a confondere, polarizzare e manipolare l'opinione pubblica, creando un ambiente informativo tossico che rende più difficile la cooperazione, la diplomazia e la risoluzione dei conflitti. La disinformazione aumenta l'incertezza, alimenta la sfiducia tra gli attori e rende il sistema più imprevedibile e quindi più entropico. Le piattaforme social, pur essendo fonti di informazione, sono anche canali primari per la diffusione di disinformazione, amplificando l'effetto entropico.

  4. Entropia e Processi Decisionali:

    • Impatto dell'entropia sui processi decisionali: L'alto livello di entropia nel Medio Oriente rende estremamente difficile prendere decisioni efficaci e informate. L'incertezza diffusa, la complessità delle interazioni e la difficoltà di prevedere le conseguenze delle azioni paralizzano i processi decisionali. Gli attori si trovano a dover operare in un ambiente dove i segnali sono confusi, le informazioni sono inaffidabili e i rischi sono elevati. Questo può portare a decisioni subottimali, reattive anziché proattive, e basate su informazioni incomplete o distorte. La paralisi decisionale, o decisioni affrettate e mal ponderate, possono ulteriormente aumentare l'entropia del sistema.

    • Tentativi di gestione o riduzione dell'entropia: Gli attori nel sistema mediorientale cercano di gestire o ridurre l'entropia, sebbene con successo limitato, attraverso diverse strategie:

      • Raccolta di informazioni: Servizi di intelligence, analisi strategiche, diplomazia preventiva sono strumenti utilizzati per raccogliere informazioni e ridurre l'incertezza. Tuttavia, la qualità e l'affidabilità delle informazioni raccolte sono spesso problematiche in un ambiente ad alta entropia.
      • Costruzione del consenso (limitata): Tentativi di mediazione, negoziati e forum regionali cercano di costruire un certo grado di consenso e cooperazione, riducendo la conflittualità e aumentando la prevedibilità. Tuttavia, le divisioni profonde e la sfiducia reciproca rendono difficile la costruzione di un consenso duraturo. Gli Accordi di Abramo rappresentano un tentativo di ridurre l'entropia in un'area specifica (relazioni Israele-Paesi Arabi), ma potrebbero aver aumentato l'entropia in altre aree (rapporti con i Palestinesi, Iran).
      • Stabilimento di regole e norme (fragile): Il diritto internazionale, le risoluzioni ONU e gli accordi bilaterali o multilaterali rappresentano tentativi di stabilire regole e norme di comportamento per ridurre l'anarchia e l'imprevedibilità. Tuttavia, l'erosione del diritto internazionale e la frequente violazione delle norme da parte di vari attori ne limitano l'efficacia nel ridurre l'entropia.
      • Formazione di alleanze e coalizioni: Gli attori cercano di ridurre l'incertezza e aumentare la loro capacità di azione formando alleanze e coalizioni. Queste alleanze possono fornire un certo grado di prevedibilità e sostegno reciproco, ma possono anche irrigidire il sistema e aumentare la polarizzazione, potenzialmente incrementando l'entropia a livello regionale.
  5. Entropia e Traiettorie Future:

    • Influenza dell'entropia e dei suoi cambiamenti sulle traiettorie future: L'alto livello attuale di entropia nel Medio Oriente indica che il futuro della regione è altamente incerto e aperto a molteplici traiettorie possibili. Un aumento dell'entropia, ad esempio a causa di un'escalation militare o di una crisi economica grave, porterebbe probabilmente a un futuro caratterizzato da maggiore instabilità, conflitti diffusi e crisi umanitarie. Una diminuzione dell'entropia, scenario meno probabile nel breve termine ma teoricamente possibile attraverso processi diplomatici di successo e cooperazione regionale, potrebbe aprire la strada a una maggiore stabilità, sviluppo economico e risoluzione di alcuni conflitti.

    • Potenziali scenari derivanti da aumento o diminuzione dell'entropia:

      • Scenario di aumento dell'entropia ("Balcanizzazione"): Ulteriore frammentazione statale (es. Siria, Libia, Yemen), intensificazione di conflitti settari e per procura, proliferazione di attori non statali violenti, crisi umanitarie diffuse, aumento del terrorismo, competizione tra potenze regionali e internazionali per l'influenza, instabilità economica cronica. In questo scenario, il Medio Oriente diventerebbe ancora più caotico e imprevedibile, con un elevato rischio di conflitti su vasta scala e un peggioramento delle condizioni di vita per la popolazione.
      • Scenario di diminuzione dell'entropia ("Nuovo Ordine Regionale", improbabile nel breve termine): Processi di pace di successo tra Israele e Palestinesi e tra Israele e alcuni stati arabi (oltre gli Accordi di Abramo), stabilizzazione della Siria e di altri paesi in conflitto, cooperazione regionale in materia economica e di sicurezza, contenimento dell'influenza iraniana attraverso la diplomazia e accordi regionali, rafforzamento delle istituzioni statali e del diritto internazionale. In questo scenario, il Medio Oriente potrebbe evolvere verso una maggiore stabilità e prevedibilità, con una riduzione dei conflitti e un miglioramento delle prospettive economiche. Tuttavia, questo scenario appare molto meno probabile nel contesto attuale di alta entropia e profonde divisioni.
    • Implicazioni a lungo termine: Un'alta entropia persistente nel lungo termine avrebbe implicazioni gravi e negative per il Medio Oriente e per la comunità internazionale. Renderebbe la regione un focolaio permanente di instabilità, conflitti e terrorismo, con conseguenze umanitarie devastanti e ripercussioni globali in termini di sicurezza energetica, flussi migratori e commercio internazionale. Al contrario, una riduzione dell'entropia, sebbene difficile da raggiungere, sarebbe essenziale per garantire un futuro più pacifico, prospero e stabile per il Medio Oriente e per ridurre i rischi globali associati all'instabilità regionale. Nel contesto attuale, la gestione dell'alta entropia e la prevenzione di un ulteriore aumento sono obiettivi realistici più che una rapida riduzione dell'entropia stessa.

Analisi Attori del Medio Oriente nel 2025

1. Identificazione degli Attori Chiave:

  • Israele: Attore statale centrale, coinvolto nel conflitto israelo-palestinese e in tensioni crescenti con Iran e Turchia. Importante per la sua posizione strategica, la sua forza militare, e il suo ruolo nel conflitto regionale.
  • Iran: Attore statale regionale di rilievo, sebbene indebolito dalla caduta del regime di Assad. Importante per la sua influenza regionale, il suo programma nucleare, e il suo potenziale di destabilizzazione.
  • Turchia: Attore statale regionale in ascesa, con una politica estera assertiva e interessi crescenti in Siria e nella regione. Importante per la sua forza militare, la sua posizione geografica strategica, e la sua ambizione di leadership regionale.
  • Stati Uniti: Attore statale esterno con una lunga storia di coinvolgimento in Medio Oriente. Importante per la sua potenza militare, la sua influenza politica ed economica, e il potenziale cambiamento di politica con l'amministrazione Trump.
  • Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti (Stati del Golfo): Gruppo di attori statali economicamente potenti e influenti. Importanti per le loro risorse energetiche, la loro influenza finanziaria, e il loro interesse per la stabilità regionale e la diversificazione economica.
  • Russia: Attore statale esterno con un ruolo crescente in Medio Oriente, in particolare in Siria e potenzialmente nel Mar Rosso. Importante per la sua influenza militare e diplomatica, e per la sua capacità di inserirsi nei vuoti di potere.
  • Siria (Post-Assad): Attore statale in transizione, caratterizzato da un vuoto di potere e competizione per l'influenza. Importante come teatro di competizione regionale e potenziale fonte di instabilità.
  • Egitto: Attore statale regionale di rilievo, con una popolazione numerosa e una posizione strategica. Importante per la sua stabilità interna, il suo ruolo nella questione palestinese, e le sue sfide economiche.
  • Hamas: Attore non statale palestinese, dominante nella Striscia di Gaza. Importante per il suo ruolo nel conflitto israelo-palestinese e la sua capacità di influenzare la stabilità regionale.
  • Autorità Palestinese (AP): Attore non statale palestinese, riconosciuto internazionalmente come rappresentante del popolo palestinese, ma con un potere limitato. Importante per il suo ruolo potenziale in futuri negoziati e nella governance dei territori palestinesi.
  • Hayat Tahrir al-Sham (HTS): Attore non statale jihadista, dominante in alcune aree della Siria post-Assad. Importante per il suo controllo territoriale in Siria e il suo potenziale impatto sulla stabilità regionale.
  • Houthis: Attore non statale yemenita, con controllo su parte del territorio yemenita e capacità di minacciare il Mar Rosso. Importante per la sicurezza marittima nel Mar Rosso e il conflitto in Yemen.

2. Analisi Interessi e Motivazioni degli Attori:

  • Israele:

    • Interessi: Sicurezza nazionale prioritaria, mantenimento della superiorità militare regionale, riconoscimento internazionale, sicurezza dei confini, contrasto all'Iran e ai suoi alleati, gestione del conflitto palestinese (sicurezza vs. soluzione politica).
    • Motivazioni: Ideologia sionista, memoria storica dell'Olocausto, percezione di minacce esistenziali, pressione dell'opinione pubblica interna sulla sicurezza.
    • Esempi: Operazioni militari a Gaza e in Libano, politica intransigente verso l'Iran, espansione degli insediamenti in Cisgiordania, ricerca di accordi di normalizzazione con paesi arabi.
  • Iran:

    • Interessi: Influenza regionale, proiezione di potenza, sicurezza del regime islamico, deterrenza nucleare (potenziale), contrasto all'influenza statunitense e israeliana, sostegno agli alleati regionali (Hezbollah, Houthis).
    • Motivazioni: Ideologia rivoluzionaria islamica, ambizioni di leadership nel mondo musulmano sciita, percezione di minacce esterne (USA, Israele, Arabia Saudita), necessità di legittimazione interna.
    • Esempi: Sostegno a gruppi armati regionali, programma nucleare, retorica anti-israeliana e anti-americana, tentativi di ricostruire l'influenza dopo la caduta di Assad.
  • Turchia:

    • Interessi: Influenza regionale (neo-ottomana), sicurezza dei confini (questione curda, Siria), proiezione di potenza nel Mediterraneo orientale e nel Caucaso, ruolo di mediatore regionale, interessi economici (energia, commercio).
    • Motivazioni: Ambizioni di leadership regionale, identità nazionale complessa (ponte tra Europa e Asia, Islam e Occidente), interessi economici, necessità di gestire la questione curda e la situazione siriana.
    • Esempi: Intervento militare in Siria e Libia, politica assertiva nel Mediterraneo orientale, relazioni ambivalenti con NATO e Russia, ruolo attivo in conflitti regionali.
  • Stati Uniti:

    • Interessi: Stabilità regionale (per interessi energetici e sicurezza globale), contrasto al terrorismo, contenimento dell'Iran, sicurezza di Israele, mantenimento dell'influenza regionale, competizione con Russia e Cina.
    • Motivazioni: Realpolitik (interessi strategici), ideologia democratica (meno pronunciata sotto Trump), pressione interna (gruppi di interesse, opinione pubblica), competizione geopolitica.
    • Esempi: Politica di "massima pressione" sull'Iran, sostegno militare a Israele, operazioni anti-terrorismo, ricerca di accordi di normalizzazione, potenziale disimpegno se "America First" prevale.
  • Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti (Stati del Golfo):

    • Interessi: Stabilità regionale, sicurezza interna, mantenimento dello status quo monarchico, diversificazione economica oltre il petrolio, contrasto all'influenza iraniana e all'Islam politico radicale, modernizzazione sociale controllata.
    • Motivazioni: Interessi economici (petrolio, investimenti), sicurezza interna, conservatorismo politico, competizione regionale con l'Iran, ambizioni di modernizzazione e leadership nel mondo arabo.
    • Esempi: Investimenti in diversificazione economica (Vision 2030 saudita), politica estera assertiva (Yemen), accordi di normalizzazione con Israele (Abraham Accords), sostegno a regimi stabili nella regione, cauta apertura verso la Siria post-Assad.
  • Russia:

    • Interessi: Proiezione di potenza globale, influenza in Medio Oriente (tradizionale area di interesse), partnership economiche (energia, armi), indebolimento dell'influenza statunitense, sostegno al regime siriano (prima di Dicembre 2024, ora nuovo posizionamento strategico).
    • Motivazioni: Ambizioni di grande potenza, competizione con l'Occidente, interessi economici, opportunità create dal vuoto di potere e dall'instabilità regionale.
    • Esempi: Intervento militare in Siria (prima del 2025), relazioni con Iran e Turchia (opportunistiche), potenziale coinvolgimento nel Mar Rosso, vendita di armi nella regione.
  • Siria (Post-Assad):

    • Interessi: Stabilizzazione interna, ricostruzione statale, sicurezza dei confini, definizione di un nuovo ordine politico, competizione per l'influenza tra attori regionali (Turchia, Israele, Stati del Golfo).
    • Motivazioni: Sopravvivenza dello stato, aspirazioni di ricostruzione e stabilità dopo anni di conflitto, competizione per risorse e potere tra diverse fazioni e attori esterni.
    • Esempi: Fragile processo di state-building guidato da HTS, competizione tra Turchia e Israele per influenza, ricerca di sostegno economico e politico da attori regionali e internazionali.
  • Egitto:

    • Interessi: Stabilità interna, sicurezza dei confini (Gaza, Libia), stabilità regionale, ruolo di mediatore regionale (questione palestinese), sostegno economico internazionale per affrontare le sfide economiche.
    • Motivazioni: Stabilità interna prioritaria dopo anni di turbolenza, ruolo tradizionale di leadership nel mondo arabo, necessità di affrontare gravi problemi economici, timore di instabilità regionale che si riversi nei propri confini.
    • Esempi: Gestione del confine con Gaza, ruolo nei negoziati israelo-palestinesi, ricerca di aiuti economici internazionali, cautela nella politica estera regionale.
  • Hamas:

    • Interessi: Resistenza all'occupazione israeliana, fine del blocco di Gaza, creazione di uno stato palestinese, rafforzamento del proprio potere politico, sostegno della popolazione palestinese e del mondo islamico.
    • Motivazioni: Ideologia islamista, resistenza all'occupazione, competizione con l'Autorità Palestinese, necessità di legittimazione e sostegno popolare.
    • Esempi: Guerra contro Israele a Gaza, attività militare e politica nella Striscia di Gaza, ricerca di sostegno regionale e internazionale.
  • Autorità Palestinese (AP):

    • Interessi: Creazione di uno stato palestinese attraverso negoziati, riconoscimento internazionale, mantenimento del potere politico in Cisgiordania, miglioramento delle condizioni di vita dei palestinesi, cooperazione con la comunità internazionale.
    • Motivazioni: Nazionalismo palestinese, ricerca di una soluzione politica al conflitto, necessità di legittimazione e sostegno internazionale e interno.
    • Esempi: Negoziati (ora in stallo) con Israele, cooperazione di sicurezza con Israele (controversa), ricerca di riconoscimento internazionale, gestione amministrativa della Cisgiordania.
  • Hayat Tahrir al-Sham (HTS):

    • Interessi: Controllo territoriale in Siria, consolidamento del potere nel post-Assad, creazione di un emirato islamico (potenziale), legittimazione interna e regionale (in un contesto jihadista), gestione delle risorse e della popolazione nelle aree sotto il suo controllo.
    • Motivazioni: Ideologia jihadista salafita, ambizioni di potere territoriale, opportunità create dal vuoto di potere in Siria.
    • Esempi: Offensiva che ha portato alla caduta del regime di Assad, amministrazione delle aree controllate, potenziali conflitti con altri gruppi e attori regionali.
  • Houthis:

    • Interessi: Controllo territoriale nello Yemen, influenza politica nazionale, opposizione all'intervento saudita, legami con l'Iran, sicurezza e autonomia delle aree sotto il loro controllo, proiezione di potenza nel Mar Rosso.
    • Motivazioni: Ideologia zaidita (sciita), opposizione all'influenza saudita, ambizioni di potere nello Yemen, legami con l'Iran.
    • Esempi: Controllo di Sana'a e vaste aree dello Yemen, attacchi nel Mar Rosso, conflitto con la coalizione guidata dall'Arabia Saudita, legami con l'Iran.

3. Valutazione del Potere e dell'Influenza degli Attori:

  • Israele:

    • Potere Economico: Medio-alto (economia avanzata, settore tecnologico forte).
    • Potere Politico: Alto (influenza sulla politica USA, lobbying efficace, stabilità interna relativa).
    • Potere Militare: Altissimo (forze armate avanzate, deterrenza nucleare non dichiarata).
    • Potere Informazionale: Medio (capacità di influenzare l'opinione pubblica occidentale, ma meno nel mondo arabo e musulmano).
    • Potere Sociale: Medio (società coesa, ma divisioni interne sulla questione palestinese).
    • Base del Potere: Forza militare, sostegno USA, economia avanzata, coesione interna.
    • Esercizio del Potere: Azioni militari, politica estera assertiva, diplomazia, influenza economica.
    • Squilibri di Potere: Superiorità militare schiacciante rispetto ai vicini arabi e ai gruppi non statali.
  • Iran:

    • Potere Economico: Medio-basso (economia in difficoltà a causa delle sanzioni, settore energetico importante ma limitato).
    • Potere Politico: Medio-alto (influenza su governi e gruppi regionali, ruolo nel OPEC).
    • Potere Militare: Medio-alto (forze armate significative, capacità missilistiche, proxy regionali).
    • Potere Informazionale: Medio (propaganda regionale, canali media in arabo).
    • Potere Sociale: Medio (influenza ideologica nel mondo sciita, ma divisioni interne e regionali).
    • Base del Potere: Risorse energetiche (petrolio e gas), posizione geografica strategica, proxy regionali, ideologia rivoluzionaria.
    • Esercizio del Potere: Sostegno a gruppi armati, politica estera assertiva, programma nucleare, influenza economica (limitata dalle sanzioni).
    • Squilibri di Potere: Inferiore militarmente a USA e Israele, ma influenza regionale significativa.
  • Turchia:

    • Potere Economico: Medio-alto (economia in crescita, settore industriale diversificato).
    • Potere Politico: Alto (membro NATO, influenza regionale crescente, ruolo in organizzazioni internazionali).
    • Potere Militare: Alto (seconda forza NATO, esercito moderno ed esperto).
    • Potere Informazionale: Medio (controllo media interni, influenza culturale regionale).
    • Potere Sociale: Medio (società complessa, divisa politicamente, ma con una forte identità nazionale).
    • Base del Potere: Economia diversificata, forza militare, posizione geografica strategica, appartenenza alla NATO (ambivalente).
    • Esercizio del Potere: Interventi militari, diplomazia attiva, influenza economica, soft power culturale.
    • Squilibri di Potere: Crescente potere regionale, potenziale conflitto con altri attori (Israele, Egitto, Grecia).
  • Stati Uniti:

    • Potere Economico: Altissimo (prima economia mondiale).
    • Potere Politico: Altissimo (superpotenza globale, influenza su organizzazioni internazionali).
    • Potere Militare: Altissimo (prima potenza militare mondiale, presenza globale).
    • Potere Informazionale: Altissimo (controllo media globali, soft power culturale).
    • Potere Sociale: Alto (influenza culturale globale, valori democratici, ma declino di fiducia internazionale).
    • Base del Potere: Economia, forza militare, tecnologia, soft power, sistema politico.
    • Esercizio del Potere: Interventi militari, diplomazia, sanzioni economiche, aiuti economici e militari, influenza culturale.
    • Squilibri di Potere: Superpotenza con capacità di intervento globale, ma limiti all'efficacia in contesti complessi come il Medio Oriente.
  • Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti (Stati del Golfo):

    • Potere Economico: Alto (riserve petrolifere enormi, fondi sovrani ingenti).
    • Potere Politico: Medio-alto (influenza regionale, ruolo nel OPEC+, relazioni con potenze globali).
    • Potere Militare: Medio (in crescita, investimenti in armamenti, ma dipendenza da USA per sicurezza).
    • Potere Informazionale: Medio (controllo media regionali, investimenti in soft power).
    • Potere Sociale: Medio (influenza religiosa (Arabia Saudita), modernizzazione sociale (EAU), ma società relativamente chiuse).
    • Base del Potere: Risorse petrolifere, ricchezza finanziaria, siti religiosi (Arabia Saudita), stabilità interna relativa.
    • Esercizio del Potere: Politica petrolifera, investimenti, aiuti economici, diplomazia, soft power, interventi militari limitati (Yemen).
    • Squilibri di Potere: Potenza economica significativa, ma dipendenza da USA per sicurezza e limiti militari regionali.
  • Russia:

    • Potere Economico: Medio-basso (economia dipendente da energia, sanzioni).
    • Potere Politico: Alto (membro permanente Consiglio di Sicurezza ONU, influenza regionale crescente).
    • Potere Militare: Alto (forze armate significative, deterrenza nucleare, esperienza in conflitti).
    • Potere Informazionale: Medio (media globali in lingua russa, propaganda, disinformazione).
    • Potere Sociale: Basso (influenza ideologica limitata in Medio Oriente).
    • Base del Potere: Forza militare, risorse energetiche (petrolio e gas), ruolo nel Consiglio di Sicurezza ONU, opportunismo geopolitico.
    • Esercizio del Potere: Interventi militari (Siria), vendita di armi, diplomazia attiva, influenza energetica.
    • Squilibri di Potere: Potenza militare significativa, ma economia debole e influenza ideologica limitata.
  • Siria (Post-Assad):

    • Potere Economico: Basso (economia devastata dalla guerra).
    • Potere Politico: Basso (stato fallito, frammentato, dipendente da attori esterni).
    • Potere Militare: Basso (HTS forza dominante, ma limitata capacità statale).
    • Potere Informazionale: Basso (frammentazione media, influenza limitata).
    • Potere Sociale: Basso (società frammentata, sfollamento massiccio).
    • Base del Potere: Controllo territoriale (HTS), vuoto di potere, posizione geografica strategica.
    • Esercizio del Potere: Controllo territoriale, ricerca di legittimazione e sostegno esterno, gestione della popolazione nelle aree controllate.
    • Squilibri di Potere: Stato debole, dipendente da attori esterni, arena di competizione regionale.
  • Egitto:

    • Potere Economico: Medio-basso (economia in difficoltà, debito elevato, ma popolazione numerosa).
    • Potere Politico: Medio (stato arabo importante, ruolo regionale, ma limitato da problemi interni).
    • Potere Militare: Medio (forze armate significative, ma meno avanzate di Israele e Turchia).
    • Potere Informazionale: Medio (controllo media interni, influenza culturale nel mondo arabo).
    • Potere Sociale: Alto (popolazione numerosa, influenza culturale nel mondo arabo).
    • Base del Potere: Popolazione numerosa, posizione geografica strategica (Canale di Suez), ruolo storico nel mondo arabo.
    • Esercizio del Potere: Diplomazia regionale, gestione del confine con Gaza, richiesta di aiuti internazionali, influenza culturale.
    • Squilibri di Potere: Potenza regionale tradizionale, ma indebolita da problemi economici e interni.
  • Hamas:

    • Potere Economico: Basso (dipendente da aiuti esterni, economia di Gaza bloccata).
    • Potere Politico: Medio (controllo di Gaza, influenza sull'opinione pubblica palestinese e islamica).
    • Potere Militare: Medio (capacità militare asimmetrica, razzi, tunnel, ma inferiore a Israele).
    • Potere Informazionale: Medio (propaganda online, canali media in arabo).
    • Potere Sociale: Alto (sostegno popolare a Gaza, influenza ideologica nel mondo islamico).
    • Base del Potere: Sostegno popolare (in parte), ideologia islamista, capacità militare asimmetrica, aiuti esterni.
    • Esercizio del Potere: Azioni militari contro Israele, governo di Gaza, propaganda, attività politica.
    • Squilibri di Potere: Molto inferiore a Israele in termini di potere militare convenzionale, ma capacità di resistenza e influenza politica.
  • Autorità Palestinese (AP):

    • Potere Economico: Basso (dipendente da aiuti esterni, economia della Cisgiordania limitata).
    • Potere Politico: Medio-basso (riconoscimento internazionale, ma controllo limitato sulla Cisgiordania, debole legittimità interna).
    • Potere Militare: Basso (forze di sicurezza limitate, cooperazione con Israele).
    • Potere Informazionale: Basso (influenza media limitata, voce debole nel contesto regionale).
    • Potere Sociale: Medio (rappresentanza del popolo palestinese, ma divisioni interne e declino di legittimità).
    • Base del Potere: Riconoscimento internazionale, ruolo di rappresentanza, cooperazione con Israele (controversa), aiuti esterni.
    • Esercizio del Potere: Diplomazia, amministrazione della Cisgiordania, cooperazione di sicurezza (controversa), ricerca di aiuti internazionali.
    • Squilibri di Potere: Molto debole rispetto a Israele e Hamas, dipendente da attori esterni.
  • Hayat Tahrir al-Sham (HTS):

    • Potere Economico: Basso (economia di guerra, dipendente da contrabbando e aiuti limitati).
    • Potere Politico: Medio (controllo territoriale in Siria, governance de facto in alcune aree).
    • Potere Militare: Medio (forza militare efficace nel contesto siriano, ma limitata capacità convenzionale).
    • Potere Informazionale: Basso (propaganda jihadista online, influenza limitata al di fuori di certi ambienti).
    • Potere Sociale: Basso (sostegno popolare limitato, ideologia radicale).
    • Base del Potere: Controllo territoriale, capacità militare nel contesto siriano, ideologia jihadista.
    • Esercizio del Potere: Controllo territoriale, governance de facto, operazioni militari, propaganda.
    • Squilibri di Potere: Attore potente nel contesto siriano frammentato, ma limitato potere regionale e internazionale, non riconosciuto come attore statale legittimo.
  • Houthis:

    • Potere Economico: Basso (economia di guerra, dipendente da aiuti esterni e contrabbando).
    • Potere Politico: Medio (controllo su parte dello Yemen, riconoscimento de facto da alcuni attori).
    • Potere Militare: Medio (forza militare efficace nel contesto yemenita, capacità asimmetrica, missili).
    • Potere Informazionale: Basso (propaganda online, canali media limitati).
    • Potere Sociale: Medio (sostegno popolare in alcune aree yemenite, base tribale).
    • Base del Potere: Controllo territoriale, capacità militare nel contesto yemenita, sostegno iraniano (limitato), base tribale, posizione strategica nel Mar Rosso.
    • Esercizio del Potere: Controllo territoriale, operazioni militari (Yemen, Mar Rosso), propaganda, governance de facto.
    • Squilibri di Potere: Potente attore non statale nello Yemen, ma limitato potere regionale e internazionale, inferiore militarmente a potenze esterne.

4. Mappa delle Relazioni tra Attori:

  • Alleanze e Coalizioni:

    • Israele - Stati Uniti: Alleanza strategica forte, basata su interessi comuni (sicurezza, contenimento Iran) e valori (democrazie occidentali). Potenzialmente rafforzata sotto Trump.
    • Stati Uniti - Stati del Golfo (Arabia Saudita, EAU): Coalizione di interessi (sicurezza energetica, contenimento Iran, stabilità regionale), ma con possibili divergenze (diritti umani, Yemen). Rafforzata dal timore comune dell'Iran.
    • Iran - Hezbollah, Houthis (e potenzialmente Hamas, in misura minore): Asse di resistenza, basato su ideologia (Islamismo sciita/resistenza anti-israeliana), interessi strategici comuni (proiezione di potenza regionale, contrasto a Israele e USA), e sostegno materiale iraniano.
    • Russia - Iran (opportunistica): Cooperazione tattica in Siria (prima del 2025) e in altri contesti, basata su interessi comuni (indebolimento influenza USA, partnership economiche), ma con potenziali rivalità (mercato energetico, influenza regionale).
    • Turchia - HTS (opportunistica): Cooperazione tattica in Siria (post-Assad), basata su interessi comuni (influenza in Siria, contrasto al regime di Assad), ma con potenziali divergenze ideologiche (HTS jihadista, Turchia stato NATO).
    • Israele - Stati del Golfo (informale): Cooperazione informale su sicurezza e intelligence, basata su timore comune dell'Iran e opportunità economiche, in seguito agli Accordi di Abramo.
  • Conflitti e Rivalità:

    • Israele - Hamas: Conflitto aperto e prolungato, centrato su Gaza e la questione palestinese.
    • Israele - Iran: Rivalità strategica e ideologica profonda, potenziale conflitto diretto in aumento.
    • Israele - Turchia: Tensioni crescenti, soprattutto sulla questione palestinese e per la competizione in Siria.
    • Iran - Arabia Saudita (e Stati del Golfo): Rivalità regionale settaria e geopolitica, proxy wars (Yemen), competizione per influenza regionale.
    • Stati Uniti - Iran: Antagonismo profondo, sanzioni, potenziale conflitto militare.
    • Stati Uniti - Russia (in Medio Oriente): Competizione per influenza, sostegno a fazioni opposte in conflitti regionali (Siria, potenzialmente Mar Rosso).
    • Turchia - Egitto (rivalità regionale): Tensioni ideologiche (Islam politico vs. stato laico), competizione per influenza nel Mediterraneo orientale e in Libia.
    • HTS - Altri Gruppi in Siria (competizione per territorio e potere): Potenziale conflitto con altri gruppi ribelli e jihadisti per il controllo del territorio siriano post-Assad.
  • Neutralità o Non-Allineamento:

    • Egitto (relativa neutralità): Cerca di mantenere relazioni con tutti gli attori principali, focalizzandosi sulla stabilità interna e il ruolo di mediatore.
    • Libano (stato debole e diviso): Politicamente diviso, cerca di rimanere neutrale nei conflitti regionali, ma influenzato da Hezbollah e dalle tensioni israelo-libanesi.
  • Interdipendenze:

    • Economiche (petrolio): Stati del Golfo interdipendenti dal mercato globale del petrolio, influenza sul prezzo del petrolio.
    • Sicurezza (regionale): Stabilità regionale interdipendente, un conflitto in un'area può propagarsi ad altre (effetto domino).
    • Politiche (questione palestinese): Irrisolta questione palestinese influenza la politica di molti stati arabi e la stabilità regionale.
    • Informazionali (media e opinione pubblica): Flussi informativi e opinione pubblica influenzano le politiche degli attori e le dinamiche regionali.

5. Analisi Interazioni e Coalizioni Potenziali:

  • Allineamenti e Conflitti Futuri:

    • Rafforzamento dell'asse Israele-USA-Stati del Golfo: In risposta all'Iran e all'instabilità regionale, questa coalizione potrebbe consolidarsi ulteriormente, soprattutto sotto un'amministrazione Trump che adotta una linea dura verso l'Iran.
    • Aumento delle tensioni Israele-Turchia: La competizione per l'influenza in Siria post-Assad e le divergenze sulla questione palestinese potrebbero portare a un aumento delle tensioni, potenzialmente sfociando in incidenti o proxy conflicts.
    • Escalation del conflitto Iran-Israele: L'indebolimento degli alleati regionali dell'Iran potrebbe spingere Teheran a intraprendere azioni più audaci, inclusa l'accelerazione del programma nucleare, aumentando il rischio di un conflitto diretto con Israele.
    • Competizione per l'influenza in Siria post-Assad: Turchia, Israele, Stati del Golfo e potenzialmente Russia competeranno per influenzare il futuro della Siria, con possibili scontri indiretti e la formazione di nuove alleanze tattiche.
    • Tensioni nel Mar Rosso e potenziale coinvolgimento russo: L'attività Houthi nel Mar Rosso potrebbe intensificarsi, portando a scontri con USA e Israele, e aprendo la strada a un maggior coinvolgimento della Russia, che potrebbe sfruttare la situazione per aumentare la sua influenza regionale.
  • Formazione e Spostamento di Coalizioni:

    • Possibile coalizione anti-Iran più ampia: Oltre a Israele, USA e Stati del Golfo, potrebbero unirsi a questa coalizione altri attori regionali (Egitto, Giordania) e internazionali preoccupati per il programma nucleare iraniano e le sue attività regionali.
    • Potenziale riavvicinamento Turchia-Egitto (limitato): Di fronte a minacce comuni (instabilità regionale, terrorismo), e con mediatori esterni, potrebbe esserci un tentativo di ridurre le tensioni tra Turchia ed Egitto, anche se una piena riappacificazione è improbabile.
    • Coalizioni tattiche in Siria post-Assad: Alleanze e contro-alleanze fluide tra Turchia, HTS, altri gruppi ribelli, Stati del Golfo e potenzialmente Russia, a seconda degli interessi specifici e degli sviluppi sul campo.
  • Conseguenze Potenziali delle Interazioni e Coalizioni:

    • Frammentazione della Siria e instabilità prolungata: La competizione per l'influenza in Siria potrebbe impedire una vera stabilizzazione e portare a una frammentazione de facto del paese, con conseguente instabilità prolungata e crisi umanitaria.
    • Escalation regionale e conflitto generalizzato: Un conflitto diretto tra Israele e Iran, o un'escalation delle tensioni nel Mar Rosso, potrebbe innescare una spirale di violenza con conseguenze regionali e globali gravi.
    • Rafforzamento di attori non statali: Il vuoto di potere in Siria e l'instabilità regionale potrebbero favorire il rafforzamento di attori non statali come HTS e altri gruppi jihadisti, con implicazioni per la sicurezza regionale e internazionale.
    • Rimodellamento degli equilibri di potere regionali: La caduta del regime di Assad e le dinamiche conflittuali in corso porteranno a un rimodellamento degli equilibri di potere in Medio Oriente, con un ruolo crescente di Turchia e Russia, e una potenziale diminuzione dell'influenza iraniana (e forse anche statunitense, a seconda della politica di Trump).
    • Opportunità per la normalizzazione Israele-mondo arabo (limitata): Nonostante le tensioni, la comune preoccupazione per l'Iran e la ricerca di stabilità potrebbero creare ulteriori opportunità per la normalizzazione delle relazioni tra Israele e alcuni stati arabi, anche se progressi significativi sulla questione palestinese restano improbabili.